Alleanza Verdi e Sinistra ha guadagnato circa mezzo milione di voti in più rispetto alle elezioni politiche del 2022, passando dal 3,5% al 6,73% di queste elezioni europee. Un successo insperato neanche nelle più rosee previsioni, considerando che solo due mesi fa AVS lottava per superare il quorum.
La ragione di questo successo sono da registrare in alcune cose a cui la sinistra italiana era da diverso tempo disabituata che possiamo riassumere così:
- La continuità: presentando lo stesso simbolo per due elezioni di fila, non dovendo ricominciare sempre da capo;
- Fare squadra: per una volta la sinistra italiana sembra aver messo da parte la proverbiale litigiosità. Bonelli e Fratoianni hanno gestito il loro condominio politico decisamente meglio di quanto hanno fatto Renzi e Calenda, riuscendo a mettere al centro il risultato da raggiungere piuttosto che gli affari di bottega, facendo ognuno qualcuno rinuncia;
- Una lista competitiva: i nomi presentati agli elettori sono apparsi competitivi rispetto alle altre liste. Pensiamo a Mimmo Lucano e Ignazio Marino, ma anche a Leoluca Orlando e all'europarlamentare uscente Massimiliano Smeriglio. Poi diversi candidati giovani (come Benedetta Scuderi che ha fatto un ottimo risultato a Nord-Ovest) e recordman di preferenze come Francesco Borrelli, e poi gli outsider con qualcosa da dire come Christian Raimo;
- Un progetto politico chiaro: la linea politica di AVS dall'ingresso in parlamento si è dimostrata coerente, ad esempio votando sempre "no" senza eccezioni alle missioni militari e all'invio di armi negli scenari di guerra, ma anche lavorando sempre in un'ottica di coalizione e alleanza con le altre forze del cosiddetto campo progressista.
C'è stato poi un elemento imprevisto, che Alleanza Verdi Sinistra ha saputo cogliere e mettere al centro: la candidatura di Ilaria Salis per la sua liberazione. Una possibilità che si è aperta grazie al comitato costruito attorno all'impegno del padre dell'antifascista italiana.
Alleanza Verdi e Sinistra ha dimostrato di essere un progetto politico particolarmente competitivo tra gli under 30 e nei grandi centri urbani, svecchiando l'elettorato della sinistra dopo anni in cui giovani e giovanissimi avevano guardato al Movimento 5 Stelle. E la sinistra ha saputo dire la sua anche alle elezioni amministrative con l'elezione al primo turno di Massimo Zedda a Cagliari, e il successo strepitoso di Vittoria Ferdinandi a Perugia (che nel momento in cui scriviamo è in testa con il 49,9%) che ha saputo ribaltare un esito che sembrava scontato nel capoluogo umbro.
Con AVS la sinistra rosso verde italiana sembra aver trovato un nuovo baricentro, senza bisogno a ogni tornata elettorale di inventarsi un nuovo simbolo, cominciando a eleggere dalle elezioni locali alle europee, senza psicodrammi per ogni voto o passaggio politico. Un patrimonio che i gruppi dirigenti sembrano voler coltivare con cura, a cominciare dalla nuova delegazione al Bruxelles.
Se la sinistra deve ricominciare da qualche parte, sarebbe il caso di ricominciare dalle cose concrete e da qualche risultato, dopo aver (sembra) imparato davvero qualcosa dagli errori del passato.