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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Il sottosegretario Durigon dice che chi ha perso il Rdc ora deve mettersi in gioco e trovare un lavoro

Claudio Durigon (Lega), sottosegretario al Lavoro, ha detto che la piattaforma lanciata dal governo Meloni per trovare lavoro agli occupabili rimasti senza reddito di cittadinanza darà risposte “velocemente”. Ma starà anche alle persone “mettersi in gioco per inserirsi nel mondo del lavoro”.
A cura di Luca Pons
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Chi ha perso il reddito di cittadinanza ora deve "mettersi in gioco". Lo ha detto Claudio Durigon, sottosegretario leghista al Lavoro, in un'intervista al Corriere della Sera. "Vedo una strumentalizzazione quando si dice che il governo non vuole dare una risposta ai poveri. Non è così: abbiamo confermato il sussidio, che ora si chiama Assegno di inclusione, per le famiglie in stato di bisogno con minori o disabili o over 60, mentre pensiamo che gli altri si debbano mettere in gioco", ha affermato Durigon.

La fine del reddito di cittadinanza sta portando rabbia e paura per numerose famiglie, lo hanno dimostrato gli scontri a Napoli ma anche in altre città, come Cosenza e Catanzaro. Chi prima faceva affidamento sul sussidio contro la povertà, e non rientra nei ‘non occupabili' (famiglie con over 60, minorenni o persone con disabilità) rischia di restare senza sostegno.

Parte la piattaforma Siisl, per corsi di formazione e il sussidio da 350 euro

"Le persone che protestano pensano che avranno un disagio permanente dalla perdita del Reddito di cittadinanza, ma noi stiamo lavorando per una prospettiva diversa, basata sull’incrocio tra domanda e offerta di lavoro", ha detto il sottosegretario. "Del resto, abbiamo abbondanza di dati sul fatto che le aziende ricercano in maniera crescente lavoratori, ma non riescono a trovarli".

A perdere l'accesso al Rdc saranno circa 240mila famiglie, e Durigon ha sottolineato che "i numeri più grandi sono concentrati in due regioni: Campania e Sicilia". L'idea è che "le persone, proprio perché hanno perso il Reddito, saranno stimolate a iscriversi subito alla piattaforma che metteremo a disposizione dal primo settembre, dove troveranno corsi di formazione e offerte di lavoro". Non sarà "l'app dei miracoli promessa inutilmente dai 5 Stelle, ma una piattaforma integrata anche con i servizi dei Comuni e con le agenzie private di lavoro, che potrà velocemente fornire le risposte attese".

Al momento "ci sono già 40mila persone che stanno facendo i corsi", mentre "gli altri saranno interessati a far presto". Per molti l'iscrizione alla piattaforma sarà un requisito necessario per ottenere il Supporto alla formazione e il lavoro, l'assegno da 350 euro al mese per 12 mesi non rinnovabili. Ci sono però delle persone che resteranno tagliate fuori anche da questa misura, mentre chi si iscrive dovrà comunque attendere del tempo per avere il primo assegno.

Si punta sui centri per l'impiego, ma le persone dovranno "mettersi in gioco"

Durigon ha affermato che il governo dovrà "intensificare gli sforzi nelle Regioni dove sono concentrati i nuclei che perderanno il reddito", ma si è anche detto "fiducioso". Per due motivi: "I centri per l’impiego dovranno occuparsi solo di questi e non, come all’inizio del reddito, di tutti i percettori del sussidio; tante aziende cercano lavoratori". La speranza è che, nonostante i problemi conclamati e noti della rete dei centri per l'impiego in Italia, il sistema inizi a funzionare e trovi un lavoro a tutti coloro che lo cercano.

Molti – dalle opposizioni alle associazioni di settore – hanno già evidenziato un altro problema: le persone ritenute ‘occupabili‘ lo sono solo perché sono maggiorenni, hanno meno di 60 anni e non hanno disabilità. Tuttavia, questo non significa necessariamente essere ‘occupabili' per un'azienda, che può cercare personale con esperienza, o con un certo tipo di qualifica o livello di istruzione.

Durigon ha risposto che "nel bacino degli occupabili c'è un po' di tutto, e le aziende hanno bisogno anche di personale senza qualifiche specifiche. Inoltre, abbiamo previsto incentivi ad hoc per le aziende". Ma il punto è sempre che "anche le persone dovranno dimostrare interesse a mettersi in gioco per inserirsi nel mondo del lavoro".

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