Il sottosegretario Costa a Fanpage.it: “Da agosto toglieremo la mascherina e torneremo a normalità”
Il governo ha appena approvato un nuovo decreto sulle riaperture, andando a modificare il calendario per la ripartenza e anticipando il via libera alle attività che restavano chiuse. Tuttavia, se la curva dei contagi continuerà a scendere e la situazione epidemiologica lo permetterà, da qui a qualche settimana si potrà intervenire ancora per allentare ulteriormente le restrizioni anti-contagio. Questo vale ad esempio per il coprifuoco, una delle misure più discusse sia tra maggioranza e opposizione, ma anche all'interno della stessa area di governo. Bisognerà poi sempre considerare l'andamento della campagna vaccinale. Abbiamo fatto il punto della situazione con il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, esponente del partito "Noi con l'Italia", che ci ha detto che entro agosto, procedendo a questi ritmi, si potrà raggiungere l'immunità di gregge e iniziare a tornare alla normalità. Togliendo le mascherine, ad esempio. Ecco cosa ci ha detto.
Perché per alcune Regioni è stato già annunciato il passaggio in zona bianca il 1° o il 7 giugno?
Già dal 1 giugno Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Molise saranno in zona bianca e questo perché, in base anche ai nuovi parametri adottati, tali Regioni risultano avere dati positivi. La Cabina di Regia si riunisce ogni venerdì e analizza i dati delle due settimane precedenti e in base a questi stabilisce le diverse colorazioni nei territori. È sottointeso però che qualora le Regioni registrassero dati in peggioramento nel corso della settimana, la cabina di regia può decidere un ricollocamento in una zona di rischio più elevato.
Come cambieranno i parametri per l'assegnazione dei colori alle Regioni?
Prima il parametro di riferimento era l’Rt, l'indice di contagio. La centralità di questo indice era giustificata da uno scenario in cui la popolazione più fragile non era vaccinata, e dunque per questi soggetti esisteva un alto rischio di ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva o addirittura di decesso. Oggi abbiamo i vaccini e abbiamo proceduto alla quasi totale messa in sicurezza degli anziani e delle categorie fragili: è chiaro che allora l'indice di contagio non può rimanere il parametro principale. Quindi ne sono stati inseriti alcuni più adeguati, come, ad esempio, l’Rt ospedaliero e l’indice di incidenza.
Nelle prossime settimane potrebbero esserci nuove riaperture?
Come Governo abbiamo da sempre sostenuto che l’obiettivo primario sarebbe stato quello di riaprire e far tornare a lavorare i nostri concittadini, perché siamo convinti che questo rappresenti il sostegno migliore alle tante attività economiche e famiglie in difficoltà. Le scorse settimane ci siamo anche presi l'impegno di valutare i dati rispetto al quadro epidemiologico e vaccinale, con la convinzione che si sarebbero potute anticipare alcune aperture. E così è stato. Tanto è vero che il 26 aprile, quando approvammo il primo decreto riaperture, parlammo di processo graduale. Le date che avevamo indicato tenevano conto della situazione epidemiologica di allora. Così come le date stabilite ieri tengono conto del quadro attuale: ma è indubbio che se nelle prossime settimane ci dovesse essere un ulteriore miglioramento sia dei dati della pandemia che di quelli vaccinali ci potrà essere un ulteriore aggiornamento
Questo vale anche per il coprifuoco?
Il dato positivo è l’aver dato certezze ai cittadini. Il fatto importante non è solo che da subito si sia posticipato di un'ora il coprifuoco, ma che sia già stato comunicato che il 21 giugno sarà abolito. Questa decisone è frutto della mediazione delle sensibilità diverse all’interno del Governo. Il merito del Presidente del Consiglio Mario Draghi è anche quello di aver fatto una sintesi tra le posizioni, avendo fornito prospettive chiare. Oggi i cittadini sanno che tra qualche settimana il coprifuoco scomparirà. Tra l'altro, per alcune Regioni, quelle in zona bianca, il coprifuoco non esisterà più.
Da giugno si potrà aprire con le vaccinazioni a tutte le fasce di età?
Siamo convinti che giugno possa essere il mese che permetterà un ulteriore cambio di passo importante nel Piano vaccinale. Nel nostro Paese arriveranno circa 25 milioni di dosi, il che significa avere la capacità di somministrare quasi 800 mila dosi al giorno. Ad oggi il Paese può vantare sul territorio una struttura efficiente in grado di raggiungere questo obiettivo. Avevamo l’obiettivo morale di mettere in sicurezza chi con il Covid rischiava la vita. Una volta completata la vaccinazione dei fragili e di over 80, 70 e 60, come ha anticipato più volte il commissario Figliuolo, si potranno vaccinare anche le altre categorie. E credo che così per agosto si possa arrivare all’immunità di gregge e si possa pensare di tornare a girare all'aperto senza mascherina.
Crede che quindi per la fine dell'estate si potrà tornare alla normalità?
Io faccio un ragionamento basato sul buonsenso e sui numeri. Se ad oggi abbiamo somministrato 28 milioni di dosi, nei prossimi tre mesi e mezzo, anche mantenendo la quota delle 500mila dosi al giorno e quindi delle 15 milioni al mese, è ragionevole pensare che si raggiungano 80 milioni di dosi somministrate, creando così le condizioni per tornare alla normalità. Se tutto funziona, e non ho motivi per pensare il contrario, entro la fine di agosto raggiungeremo l'immunità di gregge, come pianificato dal Commissario straordinario Figliuolo. Aggiungo inoltre che la campagna vaccinale potrà registrare un ulteriore incremento grazie alle vaccinazioni in azienda.
Quest'estate si sta pensando anche alla possibilità di fare la seconda dose in vacanza.
Come Governo ne siamo convinti e stiamo studiando le modalità per renderlo possibile. È chiaro che ci deve essere un accordo tra le Regioni, poiché è a loro che inviamo le dosi. Secondo il principio di sussidiarietà si deve garantire comunque una compensazione sui vaccini. Se ad esempio la Regione Lombardia ha 50 mila cittadini che verranno vaccinati in vacanza, le regioni di destinazione dovranno avere compensate queste dosi. Si tratta di trovare da un punto di vista logistico e operativo le condizioni per poterlo fare, eliminando alcuni elementi di criticità (si pensi, per esempio, ai sistemi di prenotazione delle diverse Regioni che difficilmente dialogano). E questo rappresenterebbe un'opportunità in più per i cittadini e per il settore del turismo.