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Il sottosegretario alla Giustizia Delmastro chiama i magistrati “ayatollah”. Anm: “Noi applichiamo la legge”

Nella delicata partita tra politica e magistratura arriva l’affondo del sottosegretario alla Giustizia Delmastro: “Le sentenze si rispettano, si eseguono, ma si possono commentare. Io conosco una sola corporazione al mondo che pretende l’insindacabilità, sono gli ayatollah”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nella complessa partita tra magistratura e politica, con il livello della tensione che si è alzato a partire dall'operazione Albania sui migranti, complica le cose l'intervista in cui il sottosegretario alla Giustizia Delmastro paragona i giudici agli ayatollah.

"C'è solo una cosa certa. Non saranno né le toghe rosse né il Pd a fermarci nella nostra ferrea volontà di contrastare l'immigrazione irregolare e la tratta di esseri umani", ha detto alla Stampa il sottosegretario alla Giustizia di FdI.

Con il nuovo decreto legge "ora abbiamo una norma primaria, che definisce i Paesi sicuri, in modo che sia possibile continuare con i trattenimenti e i rimpatri dei migranti irregolari. Io sono molto sereno, perché non penso che il presidente della Repubblica si faccia tirare per la giacca da chicchessia. Mentre sono convinto che le opposizioni ci proveranno".

La maggioranza accusa di nuovo la magistratura di fare politica: "Abbiamo assistito a un'interpretazione abnorme della norma europea – aggiunge – Dire questo, come ha fatto anche Nordio, è perfettamente legittimo. Perché le sentenze si rispettano, si eseguono, ma si possono commentare. Io conosco una sola corporazione al mondo che pretende l'insindacabilità, sono gli ayatollah".

Nell'irritazione dei magistrati potrebbe pesare anche la riforma con la separazione delle carriere e il sorteggio per i membri del Csm? La domanda, risponde Delmastro, andrebbe posta "a chi ha alimentato lo scontro e a chi scrive certe mail, che potrebbe sentirsi irritato".

Rispetto a Magistratura indipendente, associazione che ha criticato la presidente di Magistratura democratica Silvia Albano per le sue dichiarazioni anti-governative che hanno preceduto l'ordinanza di non convalida del fermo dei 12 migranti trasferiti in Albania, commenta: "Il loro comunicato è ineccepibile: interloquire tra poteri, con rispetto e senza pregiudizi. Apparire, oltre che essere, imparziali. Io so benissimo che l'80% della magistratura è composto da persone perbene, pronte ad alzarsi ogni mattina per contrastare mafiosi, rapinatori e spacciatori. Magistrati che non vogliono fare politica e che spesso, a mio avviso, non sono potuti crescere come avrebbero voluto e potuto, forse perché non aderiscono a certe correnti. Ecco, io voglio liberare questi magistrati dalle correnti".

La risposta dell'Anm a Delmastro

"I toni di Delmastro sono quelli che non aiutano certo a rasserenare il clima. Se siamo ‘ayatollah' non c'è alcuna voglia di guardare le cose per quello che sono. Siamo giudici che applicano la legge, ma la legge è un po' più ampia. Se non ci si intende su questo non si potrà mai avere il reciproco rispetto", dice il presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia, a Sky Tg24, in merito all'intervista rilasciata dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro a La Stampa, in cui riferisce ai giudici chiamandoli ayatollah.

"Noi non siamo ayatollah, la presidente Meloni non è pericolosa. Andiamo alla sostanza delle cose, non aggrappiamoci alle parole: i magistrati rispettano fino in fondo le istituzioni", aggiunge il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia con riferimento alla mail del magistrato Patarnello, rilanciata domenica da Meloni.

Non è la prima volta che il sottosegretario di Fratelli d'Italia fa un accostamento simile. In un'intervista alla Stampa nel 2023 aveva detto che "Secondo la Costituzione i magistrati sono indipendenti, autonomi e inamovibili. Insindacabili no. L’insindacabilità è una categoria che vige per altri regimi, gli ayatollah sono insindacabili".

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