Il sindaco Renzi e le parole da predestinato: serve più coraggio
Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, striglia e sprona Pier Luigi Bersani, il Pd e tutto il centrosinistra in un'intervista in esclusiva apparsa oggi su La Repubblica. Il sindaco più amato d'Italia non le manda a dire e invita tutti ad una svolta, visto che "l'antipolitica ha raggiunto i livello di guardia", quindi giù la maschera su quella che viene ritenuta una diversità etica all'interno della sinistra: "No. non esiste. Ci sono solo i buoni e i cattivi politici". Quali sono? Matteo Renzi si guarda bene dal non aggiungere altro e traccia un profilo nuovo, un suggerimento per la direzione nazionale del Pd.
IL CONTROPIEDE – La ricetta secondo Renzi: zero esitazione, solo coraggio. E quindi via con la riforma delle indennità, abbassare il numero dei politici, cambiare i criteri di nomina delle aziende pubbliche ma soprattutto, quello che potrebbe essere la nota dolente per l'intero sistema dirigenziale attuale, cambiare il modo di finanziare i politici. L'ammonizione di Renzi in proposito: "Sono stati appena erogati contributi elettorali a partiti che ormai non esistono più, Ds, Margherita per decine di milioni di euro". L'invito è a guardare gli altri paesi dove "per ogni cento euro di erogazione dei privati, viene registrata una percentuale di denaro pubblico". La spallata definitiva alla casta verrà poi dal dimezzare il numero dei parlamentari.
UN PREDESTINATO – Le parole di Matteo Renzi suonano da predestinato, a rivelarlo è anche la sua biografia. Curiosamente Renzi, appena diciannovenne, riuscì a vincere di fila quattro puntate de La Ruota della Fortuna, condotto dal grande Mike, portandosi a casa 33 milioni delle vecchie lire. Curiosità a parte, Renzi è davvero tra i politici più amati e, soprattutto, più giovani. Dopo essere stato, tra il 2004 e il 2009, Presidente della Provincia di Firenze si candidò a sorpresa alla primarie del Pd, come candidato sindaco, stravincendo. Poi alle elezioni, riuscì a battere l'ex portiere di Milan e Napoli, Giovanni Galli, candidato Pdl, al ballottaggio con il 59,96% delle preferenze.
Nell'intervista non teme di lanciare una stoccata a Massimo D'Alema: "La sua idea di partito solido è novencentesca, inutile ironizzare sul partito da gazebo. La base elettorale non è un esercito che si muove a comando, buona a nominare funzionari indicati dall'alto. Deve partecipare al processo di selezione dei leader e non limitarsi a sottoscrivere".
Gli viene chiesto se ha in mente di candidarsi alle prossime primarie, se si sente in grado di poter guidare, un giorno, il Paese. La risposta è tutta qui: "Sono in un partito che si chiama democratico (…) , bisogna fare una mezza rivoluzione, chiunque sia in grado di combattere deve esserci adesso. Sì, mi candiderei ma spero che lo faccia anche gente più brava di me, magari una donna". Se il Pd ha bisogno di una sveglia, non c'è da temere, le batterie le sta portando Renzi.