Russia-Ucraina, il sindaco polacco che ha contestato Salvini a Fanpage.it: “Nessuno di noi parlerebbe con lui”
Wojciech Bakun è il sindaco di Przemyl, la città polacca al confine con l’Ucraina, che ha ricevuto Matteo Salvini in visita lo scorso 8 marzo per una missione di pace. Al suo arrivo alla stazione della cittadina, che fino ad ora ricevuto mezzo milione di rifugiati in fuga dalla guerra, il segretario del Carroccio è stato accolto da una contestazione: Bakun gli ha mostrato una t-shirt con il volto di Vladimir Putin, la stessa che il leader della Lega aveva indossato sulla Piazza Rossa durante una sua visita a Mosca nel 2018.
Ora il sindaco polacco commenta l'accaduto ai microfoni di Fanpage.it, in un'intervista realizzata da Giovanni Culmone, Rosario Sardella e Ludovico Tallarita, e spiega perché, nonostante sia un esponente del partito Kukiz'15, considerato di estrema destra, si sente lontanissimo dalle posizioni di Salvini, in particolare sulla politica estera. Nonostante sia contrario all'aborto o condivisa con la Lega la linea dura contro i migranti – per esempio sostenendo la necessità di costruire un muro anti migranti, come quello di Trump – il sindaco critica fortemente la vicinanza con Putin che Salvini ha mostrato in passato: "Per quanto riguarda questa guerra e Putin è un altro discorso. Dobbiamo vederla tutti allo stesso modo. La guerra non è iniziata due settimane fa, questa guerra è iniziata nel 2014. Da allora non solo Salvini ma anche molti altri politici in Europa e in alcune parti del mondo hanno continuato a dare sostegno a Putin".
"Sono praticamente sicuro – afferma Wojciech Bakun – che nessuno all'interno di Kukiz'15 parlerebbe con Salvini di qualsiasi cosa", dice prendendo le distanze dal leader della Lega.
"Non siamo contro i rifugiati – dice spiegando perché vorrebbe un muro che separa l'Ucraina dalla Polonia – siamo contro le persone che attraversano il confine senza permesso, questa è la differenza. Io continuo a pensare che abbiamo bisogno di una protezione fisica lungo il nostro confine". La situazione secondo il sindaco è adesso differente rispetto alle crisi del passato, perché adesso l'Ucraina è un Paese in guerra.