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Il sindacato di polizia: “Ci hanno strumentalizzati, non stiamo dalla parte di nessuno”

Forconi, il sindacato di polizia Silp si dissocia dalla protesta: “No alle strumentalizzazioni. C’è un disagio comune, ma noi facciamo il nostro dovere. Stop alle tensioni”.
A cura di Gaia Bozza
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"Ci hanno strumentalizzati". Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp-Cgil, respinge ogni accostamento sistematico tra l'ormai celebre "levata di caschi" dei poliziotti e la protesta dei Forconi, che si sta svolgendo da qualche giorno in molte città italiane. Poi aggiunge: "Se ci sono momenti di solidarietà tra lavoratori, è perché si vive una situazione di disagio comune. Ma non c'è altro, oltre il gesto estemporaneo".

Come interpreta ciò che è avvenuto a Torino?

Qualcuno ha cercato di associare questo gesto da parte di alcuni poliziotti a una forma di solidarietà nei confronti di chi manifestava. Non sono così certo di questo. Molto spesso nell'attività di polizia giudiziaria ci sono delle fasi nelle quali, per stemperare i toni o perché non c'è contrasto, le forze dell'ordine tolgono il casco e abbassano lo scudo.

In alcune città i manifestanti si sono fatti anche fotografare con la polizia. Qual è il significato di questi gesti?

A me risulta che in molti casi le forze dell'ordine siano state aggredite, invece.  Noi non stiamo da una parte né dall'altra. I poliziotti sono lavoratori come gli altri: può accadere, a prescindere da chi manifesta, che ci siano momenti nei quali, calando la tensione, scambino parole e fraternizzino con i manifestanti; non trovo nulla di strano se durante una manifestazione di lavoratori, da parte della polizia che è lì a garantire l'incolumità, c'è una solidarietà. Ma nulla deve trascendere in violenza né turbare l'ordine pubblico. Mi sembra però che in questi giorni le manifestazioni abbiano travalicato questo confine e che comunque si siano verificati fatti ed episodi che direi gravi. In questa circostanza anche la levata di caschi è stata strumentalizzata. I poliziotti vivono un disagio economico e sociale, ma non collegherei questo episodio con il malessere.

Beppe Grillo ha scritto una lettera aperta alla polizia, chiedendole di non proteggere più questa classe politica. Cosa ne pensa? 

Penso che sia impossibile. I poliziotti non difendono una classe politica. Esercitano una funzione per lo Stato, quella di tutela di tutti i cittadini. Tutti i cittadini devono avere diritto di manifestare secondo le regole e nel rispetto dei diritti altrui. Abbiamo il dovere di difendere e di fare in modo che non ci siano feriti o pericoli e c'è la giusta professionalità per farlo. Il poliziotto ha un malessere perché ha il contratto scaduto da 5 anni, noi lo diciamo tutti i giorni, ma manifestiamo nei modi e nelle forme che sono consentite. Andiamo davanti ai palazzi ma cerchiamo di manifestare in maniera regolare.

Ma lei condivide i motivi della protesta dei Forconi?

Non si capisce bene quali siano i toni e gli obiettivi che muovono i manifestanti. Come organizzazione sindacale, sabato saremo in piazza per parlare di lavoro. Nel nostro Paese manca il lavoro  e tutti abbiamo la necessità – in maniera responsabile –  di fare del nostro meglio per migliorare le condizioni nel nostro paese. Qualsiasi siano le ragioni della protesta dei Forconi, poi, non devono creare ulteriori tensioni rispetto a quelle che già abbiamo. Capisco anche il disagio ma questo non è il modo giusto e non vedo un obiettivo di fondo che possa portare a risolvere le cose in maniera reale.

Sul Corriere.it è apparsa una intervista a uno dei poliziotti che era in piazza quando c'è stata la "levata di caschi". In sostanza, afferma di aver solidarizzato con i manifestanti. Cosa ne pensa?

Da questa semplice intervista non riesco a capire bene se il poliziotto ha fraternizzato. Ha detto una verità, anche la categoria delle forze dell'ordine sta pagando un caro prezzo per la crisi economica: la perdita di salario reale di circa 120 euro mensili, un contratto bloccato da quattro anni e resterà bloccato ancora per tutto il 2014, un blocco degli automatismi contrattuali che sta mettendo a dura prova anche il riconoscimento della propria carriera in termini economici, poiché a fronte di un avanzamento non c'è un aumento di stipendio. Abbiamo una previdenza complementare che non è mai decollata e per questo i poliziotti giovani si troveranno con una pensione molto più bassa. Abbiamo una serie di problemi comuni al pubblico impiego, che anni di tagli hanno acutizzato. Chi si lamenta di questo dice una verità e anche noi lo diciamo, abbiamo manifestato anche noi davanti ai palazzi. Ma nel momento in cui svolgiamo un'attività di polizia che è delicata, abbiamo dei doveri che devono farci ricordare che noi dobbiamo tutelare la sicurezza dei cittadini. Il poliziotto non può sentirsi da una parte o dall'altra, è lì per un preciso compito.

C'è il rischio che la protesta possa coinvolgere anche rappresentanti delle forze dell'ordine?

Questo è un tipo di protesta non ben codificato. Ritengo anche pericoloso dare a questo episodio un connotato di questo genere. Credo che le forze di polizia abbiano la giusta maturità per capire che il lavoro che svolgono è delicato e necessita di grande professionalità e responsabilità e credo che ci siano i luoghi adatti per manifestare il nostro disagio. Non credo comunque che con situazioni e gesti estemporanei si possa risolvere un problema complesso. Escluderei un pericolo di questo genere.

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