Il silenzio di Matteo Salvini sull’assalto dei sostenitori di Bolsonaro al Parlamento brasiliano
Niente tweet, niente post, niente nota, niente dichiarazione. Niente di niente. Matteo Salvini, che pure di solito commenta un po' tutto ciò che accade nel mondo praticamente in tempo reale, non dice proprio nulla sull'assalto dei sostenitori dell'ex presidente Jair Bolsonaro ai palazzi del potere del Brasile. Per qualche ora centinaia – forse migliaia – di bolsonaristi hanno preso il controllo del Parlamento, della Corte suprema e del Palazzo presidenziale. A Brasilia è scoppiata una vera e propria guerriglia urbana, dopo un assalto che ha scatenato un inevitabile parallelismo – a due anni quasi esatti dai fatti – con quello di Capitol Hill. In quel caso Trump perse contro Biden, mentre pochi mesi fa in Brasile Bolsonaro ha perso contro Lula.
Le reazioni del governo italiano, nonostante ciò, sono tardate ad arrivare. Nonostante le notizie fossero state diffuse in Italia dal tardo pomeriggio, il primo a intervenire è stato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, con un messaggio affidato ai suoi social: "Sto seguendo con preoccupazione quanto sta accadendo in Brasile – ha scritto il vicepresidente del Consiglio poco dopo le dieci di sera – Ogni atto di violenza contro le istituzioni democratiche deve essere condannato con grande fermezza. I risultati elettorali vanno sempre e comunque rispettati".
Da parte di Giorgia Meloni, invece, un lungo silenzio rotto solamente un minuto prima della mezzanotte: "Quanto accade in Brasile non può lasciarci indifferenti – ha twittato la presidente del Consiglio – Le immagini dell’irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico. È urgente un ritorno alla normalità ed esprimiamo solidarietà alle Istituzioni brasiliane".
A non aver rotto il silenzio, invece, è Matteo Salvini. Non c'è traccia sui social del leader della Lega – e vicepresidente del Consiglio – di post o messaggi di condanna per quanto sta accadendo in Brasile. L'unica traccia è una nota della Lega, diffusa in tarda serata: "Condanniamo ogni tipo di violenza, in Brasile come ovunque. Il libero voto dei cittadini si rispetta, sempre".
Il ministro è considerato uno dei politici italiani più vicini a Bolsonaro, tanto che lo accolse – a titolo non istituzionale ma di amico, visto che all'epoca non aveva incarichi esecutivi – a Pistoia poco più di un anno fa. All'epoca l'ex presidente brasiliano fu pesantemente contestato a Padova, poi difeso dallo stesso Salvini che si scusò a nome degli italiani. E oggi, sull'assalto al Parlamento a Brasilia, preferisce tacere. Almeno per ora.