Sono giorni di acque agitate all'interno del Movimento 5 Stelle. È notizia di ieri che alcuni senatori abbiano firmato un documento in cui chiedono che non sia solo Luigi Di Maio a prendere decisioni sulla direzione politica del Movimento chiedendo collegialità e cariche elettive. Sul punto abbiamo intervistato Gianluigi Paragone, senatore del Movimento 5 Stelle e voce critica sul nuovo governo insieme al PD.
Senatore, si rincorrono le voci sui malumori all'interno del gruppo in Senato del M5S. Di Maio dice che non è una rivolta contro di lui ma una richiesta di riorganizzazione del Movimento. Che ne pensa?
Non ha torto Di Maio: è un gruppo che chiede di poter coinvolgere l'assemblea sul regolamento e sullo statuto. Però mi trovate quando si parla di temi, quando si parla di incarichi, di cordate e di intrighi di palazzo non sono molto interessato.
Allora parliamo dei fatti: il Movimento 5 Stelle ha perso parecchi voti. Lei è stato molto critico su alcune scelte politiche del suo partito in questi ultimi mesi…
Io sono schietto perché rimetto l'accento su quei temi che hanno portato il Movimento 5 Stelle a prendere molti voti: erano temi come la giustizia sociale e altri punti che sono contrari alle riforme neoliberiste del Partito Democratico. Quando hai partiti che penalizzano il lavoro favorendo l'economia finanziaria basta poco, noi nella scorsa campagna elettorale abbiamo potuto fare la nostra battaglia "giocando palla a terra", per usare una metafora calcistica: io ho sempre insistito ui punti che mi stanno a cuore, sulla retribuzione che non è sinonimo di paga, sul cittadino che non è un consumatore. Io ho fatto la mia campagna elettorale su queste cose, provando a metterle nel doppio livello Italia-Europa. Non sono un europeista, il politicamente corretto mi suggerirebbe di dire "sono contro questa Europa" ma poiché l'Europa è questa, profondamente ingiusta, sono contro l'Europa. E continua a credere nella bontà delle tesi della mia campagna elettorale, dei miei libri e delle mi presenze televisive.
Ne deduciamo che lei è contrario all'alleanza con il PD, giusto?
Certo. Sono contrario all'alleanza con il Partito Democratico proprio per quello che ho appena detto. Non credo all'impianto politico che il PD si è dato fin da principio: liberalizzazioni, demolizione dello statuo dei lavoratori e molto altro. Vede, se lo fa la destra starebbe almeno dentro una narrazione liberale ma se lo fa la sinistra non sta dentro nessuna narrazione. Perché deve essere la sinistra a dare più agio all'economia finanziaria? Perché Renzi è andato alla Silicon Valley dicendo che noi dovremmo imparare da loro rincorrendo i falsi miti della modernità che sono in realtà il nuovo feudalesimo? Questi sono i più grandi evasori fiscali internazionali, sono quelli che non mettono a disposizione i dati… Non mi possono consentire di essere dalla parte di chi ha tradito i lavoratori.
Allora la domanda scontata è: cosa ci fa ancora nel M5S? Soprattutto tenendo conto del fatto che proprio voi siete quelli del "vincolo di mandato"…
Io sono coerente con quello che ho sempre detto. Dico le stesse cose che ho sempre detto.
Quindi se ne dovrebbero andare gli altri?
Qui siamo nel perfetto teatro dell'assurdo di Ionesco: nel primo atto hanno tutti paura del rinoceronte e nel secondo è una rincorsa di tutti a diventare rinoceronte.
Ma il suo malcontento è un caso isolato o piuttosto diffuso all'interno del Movimento?
Il malcontento c'è. Quei principi di cui parlavo appartengono alla grammatica del Movimento. Il Movimento non nasce europeista. Il Movimento nasce per rimettere l'accento sull'equilibrio sociale. C'è stata questa esperienze di governo con la Lega che nella retorica dominante è stat rinchiusa tutta nella questione die migranti ma io rimetto quell'esperienza nel rapporto Italia-Europa. L'accoglienza è solo un piccolo problema: il tema profondo è l'integrazione e l'integrazione a costo zero non la farai mai. Le periferie ad esempio non sono più il luogo sociale politico della sinistra ma sono diventate zoo da visitare. Se tu riempi le periferie di immigrati e tutti diventano invisibili perché non investi lì poi è chiaro che si produce intolleranza.
Siamo un Paese razzista?
Questo non è un Paese razzista, è un Paese che ha un'insofferenza che può degenerare in intolleranza e l'intolleranza non è razzismo. La rabbia c'è perché nessuno sa gestire questi disperati che arrivano: se io sono un operaio che sta cercando di uscire dalla mia disperazione e arrivano altri disperati è normale che la guerra tra disperazione i produca questa cosa qua.
Come se ne esce?
Facendo spesa pubblica. La spesa pubblica non è una bestemmia. La globalizzazione riporta il peso nei singoli Paesi perché è totalmente sbagliata. Nella globalizzazione il cittadino non c'è più. Il cittadino "globale" è una cazzata, come il cittadino europeo. Siccome non c'è una Costituzione globale, anzi esistono trattati internazionali che sono scritti con l'inchiostro simpatico, allora non c'è nemmeno il cittadino Europe. Io preservo il cittadino italiano dentro la Costituzione Italiana che è una delle migliori al mondo: basti vedere l'articolo 36 che paga di retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto e che non deve mai andare sotto la dignità del lavoratore e della sua famiglia. Dove la troviamo un'altra Costituzione così? Scritta in modo così chiaro? Prendete i trattati internazionali: sono in una lingua non-lingua. Non funziona così. Questa è la mia tesi politica: il PD rappresenta il neoliberismo. Voglio vederli sull'articolo 18, io sono a favore della reintroduzione. Io ci sto. Oppure facciamo lotta vera alle false cooperative che sono un insulto al diritto cooperativo.
Ma di chi è la responsabilità politica di questo cambiamento del Movimento 5 Stelle?
Io so una cosa: questo governo non nasce per convinzione di Di Maio. Di Maio sta solo gestendo la situazione, gettare la croce addosso a lui è inutile e stupido. La situazione non l'ha creata lui. Sono talmente pratico che capisco perfino la sua scelta di circondarsi solo di persone fidate: quando devo subito il gioco almeno mi costruisco una trincea. Tutto è sicuramente partito da Grillo ma il vero King-maker è Giuseppe Conte che è un bellissimo Pavone dello zoo europeo e questo è il punto maggiore di debolezza.