Il senatore Luigi Lusi e quei 13 milioni rubati alla Margherita per comprare casa
Sono giorni di agitazione e nervosismo per il Partito Democratico e gli ex centristi della Margherita, a preoccupare i partiti non sono motivi politici ma lo scandalo che ha coinvolto l'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, accusato dalla Procura di Roma di aver rubato circa 13 milioni di euro dal conto del partito per investirli in affari personali. Secondo la ricostruzione fatta dalla Guardia di Finanza l'attuale senatore del Pd, nonostante il partito della Margherita fosse ormai scomparso, continuava a gestirne il patrimonio in maniera esclusiva convogliando tutti i fondi rimasti in conti, aziende e società tutte riconducibili a lui.
DENUNCIA PARTITA DA BANKITALIA – L'elevato movimento di denaro sottoforma di bonifici ha insospettito la banca d'Italia che ha lanciato l'allarme scoperchiando un calderone che ancora deve essere completamento esaminato. I giudici di Roma che indagano, infatti, dovranno capire come sia stato possibile un così elevato scambio di denaro avvenuto peraltro attraverso ben novanta bonifici, senza che i vertici del partito se ne siano accorti. Luigi Lusi, interrogato dal Pm Alberto Caperna, ha ammesso le sue colpe e ha promesso di voler restituire il maltolto in breve tempo. Non si sa ancora come, visto che buona parte dei fondi trafugati sono serviti al senatore per ripagare alcuni debito col Fisco, mentre altri li avrebbe usati per comprare case e finanziare le attività della moglie.
LA MARGHERITA SI COSTITUIRA' PARTE CIVILE – Una vicenda molto particolare se si considera che i soldi rubati sono denaro pubblico e che gli episodi di ammanco risalgono già al 2008 e sono proseguiti fino a poco tempo fa. Il partito "Democrazia e Libertà – Margherita", infatti, doveva ancora incassare i vecchi rimborsi elettorali dopo essere confluito ne Pd ed era rimasto in piedi come fondazione con i connessi beni mobili e immobili. L'ex segretario Francesco Rutelli, prima passato al Pd e oggi all'Api, dice di non saperne nulla e, interrogato dai giudici come persona informata sui fatti, ha chiarito che nessuno sapeva esattamente cosa stese facendo Lusi. In un comunicato i vertici dell'ex partito hanno precisato che intendono costituirsi a titolo personale e per conto del partito stesso come parte civile nel processo per appropriazione indebita.
LE REAZIONI DEI COMPAGNI DI PARTITO – Anche sul fronte dei vecchi compagni di partito il sentimento maggiore è di stupore e disagio per una vicenda singolare. In molti chiedono un'assemblea che faccia chiarezza sui conti del partito, mentre c'è chi come Arturo Parisi, ora nel Pd, che ha osservato "è evidente che c'è una disponibilità di somme ingenti e un sistema di controlli insufficienti", vigilanza che consapevolmente o meno qualcuno ha mancato di applicare. Per il Senatore ora si prospetta un'espulsione dal Pd come ha confermato Bersani che, però, ha chiarito di voler aspettare ulteriori notizie e "se verranno accertate responsabilità individuali, il Pd prenderà provvedimenti".