Il Senato vuole inasprire le pene per chi uccide gli animali: “Inseriamoli nello stato di famiglia”
Inasprire le pene per chi maltratta o uccide gli animali. Il Senato è sostanzialmente d'accordo, come emerso dall'evento di ieri organizzato a Palazzo Madama dalla presidente dell'intergruppo, la centrista Micaela Biancofiore. Negli mesi scorsi si era parlato a lungo di lei per una proposta che era apparsa abbastanza singolare: la senatrice di Noi Moderati aveva chiesto al presidente del Senato di aprire le porte del Parlamento a cani e gatti. L'iniziativa di ieri serviva proprio a rilanciare il tema dei diritti degli animali, mentre in commissione si va verso un testo unico che metta insieme una serie di proposte bipartisan.
"Non sono persone, ma non per questo sono privi di una loro individualità e di un diritto che attiene alla loro esistenza naturale – ha detto il presidente La Russa, ospite d'onore dell'evento – Si può ritenere che qualunque sofferenza e ingiustizia grave verso un animale debba provocare un atteggiamento repressivo da parte dello Stato". La seconda carica dello Stato ha appoggiato la proposta di Biancofiore e ha invitato a "cercare di dare una base normativa a un sentimento che aldilà delle pene parte da un concetto che condivido". Ovvero che "trattare male gli animali è un grave disvalore morale e giuridico, questo è alla base di questo progetto". Poi La Russa ha anche chiesto che la norma sia "direttamente connessa a un diritto dell'animale, anziché a un sentimento che prova il padrone, perché senza questa modifica un randagio potrebbe essere maltrattato".
Prendendo la parola, prima Biancofiore ha riprovato a chiedere che cani e gatti possano entrare in Parlamento parlando di un gesto "simbolico" ma "molto efficace" – e per avvalorare la sua tesi ha tirato in mezzo un labrador che già frequenta Palazzo Madama perché accompagna una dipendente non vedente – poi ha annunciato: "Ho presentato un mio ddl, un testo unico per coordinare le varie leggi regionali, un progetto che mira a tutelare la quotidianità della vita degli animali insieme con i loro padroni. A tutti gli effetti questi esseri sono e devono essere considerati dei veri appartenenti alla famiglia del padrone e per questo ho proposto che vadano inseriti nello stato di famiglia".