Il Senato ha approvato la fiducia al decreto Cura Italia
Con 142 voti favorevoli e 99 contrari, Palazzo Madama ha dato il via libera al Cura Italia, dopo che il governo ha chiesto il voto di fiducia sul decreto contenente misure economiche di contrasto all'emergenza coronavirus. Il voto sul decreto che mette in campo 25 miliardi contro la pandemia è stato preceduto da forti polemiche in Senato per le tempistiche: il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà già in mattinata aveva sospeso i lavori in attesa della bollinatura al maxiemendamento al testo. Il ritardo di oltre un'ora ha fatto scattare gli attacchi da parte dell'opposizione, che ha accusato il governo di aver messo nuovamente mano al testo.
"Il Cura Italia, che oggi il Senato approverà, è solo il primo dei tanti decreti disposti dal Governo per gestire l'emergenza economica. I margini di manovra del Parlamento sui 25 miliardi del decreto erano oggettivamente difficili da prevedere. Per questo sono soddisfatto del comportamento delle opposizioni, votano contro il provvedimento, ma non hanno fatto ricorso all'ostruzionismo", ha detto il capogruppo del Partito democratico al Senato, Andrea Marcucci. Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, avevano infatti confermato il no al provvedimento.
Nei giorni scorsi erano arrivate diverse critiche al decreto, giudicato insufficiente dall'opposizione. "A noi dell’opposizione non è stato consentito di dare alcun contributo utile per i cittadini nel corso dell’esame del decreto Cura Italia. L’intervento del governo è insufficiente perché non ci sono risorse adeguati per le imprese, gli autonomi, i commercianti, le partite Iva, i balneari, il popolo in divisa per il quale servono meno pacche sulle spalle e più soldi", ha attaccato il senatore azzurro Maurizio Gasparri.
"Con l’apposizione della fiducia sul decreto Cura Italia viene definitivamente smascherata la farsa della presunta volontà di condivisione da parte del governo Conte. Mi chiedo a cosa siano servite ore e ore di riunione con le opposizioni se la maggioranza aveva in mente di blindare il provvedimento", ha detto invece Giorgia Meloni.
Anche il rapporto Svimez sull'impatto del Cura Italia ha messo in luce diversi punti critici del decreto: come il fatto, ad esempio, che le risorse messe in campo dal governo compensassero il Centro-Nord solo del 40% delle perdite subite. Inoltre, gli aiuti messi in campo per i lavoratori, specialmente quelli autonomi, non sarebbero nemmeno lontanamente sufficienti: il bonus per gli autonomi, segnala Svimez, coprirebbe solo per il 30% di quanto perso dagli indipendenti e le partite Iva.