Il Rosatellum bis è legge: arrivata la firma di Mattarella, inutili gli appelli del M5s
Le prossime elezioni politiche si svolgeranno sulla base della nuova legge elettorale, il Rosatellum bis, approvato nelle scorse settimane dai due rami del Parlamento. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha infatti firmato la legge approvata dal Senato il 26 ottobre. Il Capo dello Stato non ha presentato alcuna osservazione né ha aggiunto note di accompagnamento, facendo così capire di ritenere costituzionale il Rosatellum bis. Ora la legge dovrà essere pubblicata in Gazzetta ufficiale.
A nulla sono valsi gli appelli del MoVimento 5 Stelle che più volte ha chiesto a Mattarella di non firmare la legge nel caso in cui non si fosse riusciti ad apportare modifiche al testo durante la discussione al Senato. Il M5s ha contestato più punti del Rosatellum bis, a partire dalle liste bloccate per arrivare ai dubbi espressi sul doppio sistema a collegi uninominali e con i voti proporzionali, senza possibilità di voto disgiunto. Dopo le richieste del M5s, Mattarella aveva indirettamente risposto spiegando che il Capo dello Stato può rispedire alle Camere solamente le leggi che hanno un chiaro profilo di incostituzionalità, come è avvenuto proprio di recente – per la prima volta da quando Mattarella è presidente della Repubblica – nel caso della normativa contro il finanziamento delle società che producono mine anti-uomo.
Come si voterà con il Rosatellum bis
I cittadini avranno a disposizione due schede, una per la Camera e una per il Senato. Per votare si dovrà tracciare un segno o sul candidato o su uno dei partiti che lo sostengono. Non ci saranno le preferenze, ma ci saranno dei listini per la parte dei collegi plurinominali: ogni candidato potrà presentarsi al massimo in 5 collegi.
Il sistema previsto dalla nuova legge elettorale è misto: per un terzo maggioritario e per due terzi proporzionale. Alla Camera verranno assegnati 231 seggi con il sistema maggioritario sulla base di altrettanti collegi uninominali in cui verrà eletto solo il candidato più votato. Al Senato lo stesso discorso vale per 109 parlamentari. Gli altri deputati e senatori verranno eletti con il sistema proporzionale in base al numero di voti ottenuti dalle liste su base nazionale. La soglia di sbarramento è del 3% per le liste e del 10% per le coalizioni.