Il ritorno di Vendola, eletto presidente di Sinistra italiana: “Alle europee? Non mi candido”
Nichi Vendola ritorna in politica: è stato eletto questa mattina presidente di Sinistra Italiana per acclamazione dai delegati del congresso che si è concluso oggi a Perugia. "No, non mi candido a niente. È un ritorno alla politica attiva, questo sì". Ha risposto così l'ex presidente della Regione Puglia, ed ex leader di Sinistra ecologia e libertà, il partito da cui ha avuto origine Si, a chi gli chiedeva se la sua nomina fosse un preludio a una sua candidatura in lista per le prossime elezioni europee.
La proposta di nominarlo presidente è stata avanzata dal segretario, Nicola Fratoianni durante il congresso del partito. L'elezione è avvenuta per acclamazione, con un lungo applauso e un coro "Nichi, Nichi". Mimmo Caporusso è stato eletto tesoriere. Mentre Nicola Fratoianni è stato confermato segretario del partito: il voto è stato unanime, con un solo astenuto.
"Vendola ha scelto di non misurarsi con le istituzioni in questa fase (cioè non si candiderà, ndr), fino a quando non avrà definito nel modo migliore, e certamente sarà così, una vicenda giudiziaria che lo riguarda. Vuol dire avere rispetto per le istituzioni di questo paese. Nichi Vendola è una grande risorsa di questo Paese e il fatto che abbia accettato la richiesta che gli ho fatto di tornare a dare una mano attivamente nel partito è una bellissima notizia", ha commentato il segretario Fratoianni, parlando con i cronisti al termine del congresso.
"Vorrei rivolgermi a tanti compagni e compagne che sono fuori di qui, fuori dal partito, fuori dall'idea di tornare a fare politica, di tornare a votare. Non possiamo abbandonarci alla depressione, al rimpianto o alla nostalgia. Certo, i motivi per esserlo sono tanti, ma la depressione e la nostalgia sono una brutta bestia quando i tempi sono così oscuri come quelli che viviamo. Questo è tempo di tornare a casa per rimetterci in cammino", ha detto Vendola nel suo intervento, in cui ha parlato anche del conflitto in Medio Oriente: "Il 7 ottobre è stato uno di quei giorni che cambiano il verso della storia e che non possiamo liquidare con parole di circostanza, una specie di breve riassunto di cosa fu l'Europa dei progrom e delle deportazioni. Noi che siamo cresciuti con il Diario di Anna Frank e le parole di Primo Levi sappiamo che l'antisemitismo è la fogna nella quale annega la nostra umanità".
"Ma i bambini di Gaza – ha ripreso Vendola – ci stanno a cuore come i bambini di Israele e quello che chiediamo è elementare e viene dalla saggezza dei profeti e dalla nostra civiltà: fermare la strage degli innocenti, fermare la vendetta collettiva che punisce un popolo costretto a vivere nei territori segregati".
Un passaggio è poi dedicato alla violenza sulle donne e alla vicenda di Andrea Giambruno, cacciato dalla conduzione del suo programma per i suoi atteggiamenti sessisti: "Ho letto le parole di Meloni su quanto accaduto con il suo compagno. Mi ha colpito di quella dichiarazione, non tanto la esibizione di un orgoglio ferito, ma una reticenza. Quello che personalmente avevo vissuto come una incredibile umiliazione delle donne, la performance sessista del suo compagno, non ha visto nessuna parola di solidarietà di Meloni nei confronti delle donne vittime. È insopportabile".