Il Risiko della legge elettorale: accordo lontano, Berlusconi punta al proporzionale
La questione relativa alla legge elettorale da utilizzare alle prossime elezioni politiche sta assumendo sempre più le fattezze di una complicata partita a Risiko. Da una parte c'è chi propone il ritorno al proporzionale, come l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dall'altra Matteo Renzi punta al recupero del vecchio Mattarellum, dall'altra ancora il presidente del Pd Matteo Orfini chiedono un tavolo congiunto con tutti i partiti per discutere della legge elettorale senza attendere la sentenza della Consulta sull'Italicum prevista per il prossimo 24 gennaio.
Le opposizioni parlamentari, però, Movimento 5 Stelle e Forza Italia su tutti, rifiutano la mediazione e propongono i propri progetti. Silvio Berlusconi, come anticipato, punta al ritorno del proporzionale, considerato l'unica soluzione plausibile da prendere in considerazione, mentre il Movimento 5 Stelle propone il proprio Democratellum, una proposta di legge depositata da tempo in parlamento.
A dire il vero, nemmeno il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi sembra in realtà molto interessato all'avvio di un tavolo di concertazione relativo alla legge elettorale, così come prospettato da Orfini e Guerini. "La legge elettorale si fa in Parlamento e non al Nazareno" sentenziano da Forza Italia. "Le carte non le dà più Renzi e il Pd", ha dichiarato Renato Brunetta. Prese di posizione ferree alle quali Guerini ha replicato, sottolineando che "dire che la legge elettorale si fa in Parlamento senza accordo preliminare significa in realtà puntare solo a perdere tempo e a questa prospettiva il Pd non è disponibile". Sulla stessa lunghezza d'onda di Forza Italia sono il Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana, che si oppongono a un accordo guidato dal Pd.
Secondo indiscrezioni, a partire da Capodanno ma entro il prossimo 6 gennaio, i vertici del Pd invieranno un formale invito ai leader dei partiti di opposizione per un incontro dedicato alla riforma della legge elettorale. Qualora rifiutassero nuovamente il confronto, il segretario del Pd Matteo Renzi si orienterebbe verso la paziente attesa della sentenza della Consulta prevista per fine gennaio, stante l'impossibilità di trovare un accordo politico per varare una nuova legge elettorale unitaria.