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Elezioni politiche 2022

Il report che accusa sei candidati alle politiche di essere “agenti di disinformazione del Cremlino”

“Hanno contribuito a insabbiare irregolarità elettorali in Russia, Azerbaijan e altri Paesi”. Le false missioni di monitoraggio del voto “sono una minaccia all’integrità delle nostre istituzioni. E “una porta d’ingresso per l’influenza di Putin in Europa”. “Imploriamo che cose del genere non si ripetano per i referendum nei territori occupati durante l’aggressione all’Ucraina”.
A cura di Riccardo Amati
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“Spese di viaggio pagate” oltre a eventuali “regali costosi o prebende” in cambio di dichiarazioni ai media sulla democraticità e la correttezza di elezioni “considerate illegittime o illegali dalla comunità internazionale”: è uno dei criteri — la soddisfazione del quale non è peraltro vista come necessaria se altri criteri sono soddisfatti — con cui la Ong berlinese European Platform for Democratic Elections (Epde) ha identificato circa 500 cittadini di 60 diverse nazionalità come “osservatori politicamente parziali” in recenti tornate elettorali riguardanti Paesi europei e non solo.

Secondo Epde, che raduna 16 organizzazioni di monitoraggio elettorale indipendenti ed è finanziata da governo tedesco e Ue, i “falsi osservatori” avrebbero aiutato a insabbiare brogli e irregolarità in Russia per le presidenziali del 2018 e le politiche del 2021, oltre che in Azerbaijan per le politiche del 2020. Ma ci sono esempi ancora più eclatanti.

Come il referendum sull’annessione della Crimea alla Russia nel 2014 e le “presidenziali” delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk (riconosciute solo da Mosca, Damasco e Pyongyang) nel 2018. "Abbiamo implorato i parlamenti d'Europa di prevenire il ripetersi di false osservazioni durante i prossimi cosiddetti ‘referendum' nei territori occupati in Ucraina", fa sapere l'Ong.

Nella sua lista nera, per la maggior parte politici in carriera. Gli italiani sarebbero 40, al secondo posto dopo i francesi e quasi a pari merito con i tedeschi. Una classifica poco onorevole. Almeno sei di questi nostri concittadini sarebbero candidati alle elezioni del 25 settembre, risulta dal database Epde. “Si sono comportati come agenti di disinformazione del Cremlino”, afferma l'organizzazione in una e-mail.

“Non abbiamo prove che abbiano ricevuto soldi, regali o rimborsi spese”, precisa in un’intervista telefonica con Fanpage.it Stefanie Schiffer, presidentessa di Epde. “Ma non è necessario: sulla base della nostra metodologia possiamo affermare che hanno partecipato a un’osservazione politicamente distorta, una forma di disinformazione elettorale particolarmente utilizzata dal regime russo”.

Tra i parametri di valutazione, anche la ”mancanza di trasparenza”, da parte dei “falsi osservatori”, del metodo utilizzato nello svolgere la loro funzione durante lo svolgimento delle votazioni. E la presenza di “conflitti d’interesse politico, economico o di altro tipo che interferiscano nella conduzione accurata e imparziale dell’osservazione”.

I sei candidati alle nostre politiche individuati dall’organizzazione come “falsi osservatori elettorali” che “sembrano avere legami con il Cremlino e l’Azerbaijan” sarebbero:

  • Paolo Grimoldi, deputato. Corre di nuovo per la Camera con la Lega per Salvini premier. Nel 2014 fondò il gruppo interparlamentare “Amici di Putin”. Avrebbe partecipato in Russia a quella che Epde definisce “‘osservazione elettorale politicamente parziale” durante le parlamentari del 2021e durante il plebiscito sugli emendamenti alla costituzione che permettono a Vladimir Putin di restare in carica vita natural durante o quasi.  In quell’occasione — riporta Epde — dichiarò alla stampa che alle urne erano stati rispettati “tutti i parametri e i criteri previsti dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce)”. Ma nella Repubblica dei Komi il risultato a favore dei “no” fu ribaltato d’ufficio. “Gli scrutatori erano stanchi, avevano sbagliato. Punto e basta”, fu la laconica spiegazione della presidentessa del Comitato elettorale centrale (Cec) della Federazione russa Ella Pamfilova. La stampa internazionale — dal New York Times a Forbes passando dalla Associated Press — e organizzazioni non governative come Golos hanno riferito di irregolarità in tutto il Paese: dal voto forzato alla falsificazione delle schede.
  • Andrea Delmastro Delle Vedove, deputato. Candidato di Fratelli d’Italia alla Camera. Responsabile affari esteri del partito e presidente della Giunta per la autorizzazioni a procedere di Montecitorio. Già assessore e consigliere comunale a Biella e segretario provinciale del Fronte della gioventù. Avrebbe partecipato come “falso osservatore sotto il coordinamento diretto di alcuni alti funzionari russi” — si legge nel database Epde — al monitoraggio delle elezioni politiche del 2018 in Cambogia. “Le elezioni si sono svolte senza alcuna interferenza internazionale”, dichiarò Delmastro dopo la chiusura delle urne. “Nelle procedure di voto non è stata trovata alcuna anomalia”. Solo che in quelle elezioni mancava l’opposizione: l’unico partito in grado di concorrere oltre al partito di governo era stato dissolto dalle autorità. Furono “elezioni fittizie”, secondo organizzazioni per i diritti umani come Human Rights Watch. “Il risultato era predeterminato dal leader in carica”, scrisse il New York Times. Secondo Epde, gli unici osservatori internazionali presenti nel Paese erano coordinati da Alexey Chepa, vice presidente della Commissione esteri della Duma — la Camera russa.
  • Stefano Maullu, eurodeputato. Candidato alla Camera per Fratelli d’Italia. “Osservatore politicamente parziale” alle presidenziali del 2018 in Russia, sempre secondo il database. Tra le sue dichiarazioni ai media: “La Russia ha raggiunto il livello di una democrazia molto saggia, tutti riconoscono questo buon risultato per la democrazia russa e per il suo presidente”. L’oppositore di Putin Alexey Navalny era stato estromesso dalla corsa al Cremlino per una condanna che la Corte di Strasburgo ha definito “arbitraria e manifestamente irragionevole”. Secondo l’Osce, le elezioni si tennero “in un clima di eccessivo controllo politico e giudiziario, segnato da continue pressioni sulle voci critiche”. Anche se l’organizzazione riconobbe che il Comitato elettorale centrale agì in modo “efficiente e aperto”. La Ong Golos parlò di diffuse irregolarità. Un altro gruppo di monitoraggio elettorale dichiarò di aver contato oltre 13.200 voti in un seggio dove i votanti erano stati circa 8.700. Secondo uno studio statistico, le elezioni furono più pulite rispetto alle precedenti in Russia, ma Putin comunque ricevette illegalmente 10 milioni di voti in più di quelli realmente ottenuti.
  • Osvaldo Napoli, deputato. Già sindaco di Giaveno e poi di Valgioie, nel torinese. Corre per la Camera con Azione/Italia Viva, dopo aver lasciato Forza Italia. Epde lo identifica come responsabile di un’osservazione “distorta” durante le elezioni parlamentari del 2020 in Azerbaijan.“Oggi abbiamo visitato cinque seggi e non vi abbiamo riscontrato alcuna irregolarità”, disse alla stampa. Secondo la Missione internazionale per l’osservazione elettorale (Ieom), formata da deputati e funzionari Osce e da membri dell’Assemblea del Consiglio d’Europa, “la legislazione restrittiva e l’ambiente politico” avevano “reso impossibile una vera e propria competizione”. In generale, gli altri gruppi di osservatori internazionali, a partire da quelli della Confederazione di Stati indipendenti (Cis) a guida russa, dissero però che non c’erano state irregolarità. Secondo un rapporto Epde, ciò avvenne perché le autorità azere avevano “selezionato organizzazioni internazionali e osservatori individuali a loro fedeli, proprio per controbilanciare il giudizio Ieom”.
  • Maria Rizzotti, senatrice. Candidata di Forza Italia per il Senato. Fa parte del gruppo interparlamentare di amicizia Italia-Azerbaijan. Membro della delegazione italiana presso l’assemblea del Consiglio d’Europa. “Falsa osservatrice” — dichiara Epde — nel 2020 in Azerbaijan. In quell’occasione, in una conferenza stampa espresse soddisfazione per la stretta aderenza alle regole di voto e si complimentò per la composizione delle liste e per l’utilizzo di penne a raggi ultravioletti nella verifica dei documenti al fine di scongiurare il voto multiplo.
  • Annalisa Tardino, europarlamentare. Candidata alla Camera per la Lega. Nel database della Ong tedesca, “osservatrice politicamente di parte” in occasione delle elezioni politiche dell’aprile scorso in Ungheria. Disse alla stampa ungherese di ritenerle molto importanti per il futuro dell’Europa. E disse anche che lei, essendo siciliana, conosceva bene il problema dell’immigrazione illegale di massa e riteneva fondamentale distinguere fra rifugiati e illegali. Toccò così un cardine nella linea politica del leader di Budapest, oltre che in quella di Matteo Salvini. Un rapporto di Epde sostiene che il governo di Viktor Orban — primo caso all’interno dell’Ue — si prodigò “nell’invitare politici, giornalisti e attivisti simpatizzanti che avallassero le elezioni”. E che questi osservatori di parte fecero tutti “dichiarazioni politiche chiare a sostegno di Orban e del partito di governo Fidesz”.

“Il Parlamento italiano non ha mai risposto alle nostre lettere”, sottolinea Stefanie Schiffer. “In particolare, abbiamo chiesto se i parlamentari che hanno partecipato come osservatori — secondo noi politicamente parziali — alle elezioni presidenziali russe del 2018 e alle politiche azere del 2020 fossero parte di una delegazione ufficiale, e se abbiano riferito di rimborsi spese o compensi”, ricorda la responsabile di Epde.

“Altre istituzioni, come il Parlamento europeo e l’Assemblea del Consiglio d’Europa, hanno invece risposto a nostre lettere analoghe ringraziandoci. E hanno preso provvedimenti”. Quattro eurodeputati dell’estrema destra francese che erano andati a “osservare” il voto per il parlamento russo nel settembre 2021 senza esser parte di alcuna missione ufficiale sarebbero stati sanzionati. Così come un rappresentante dell’estrema destra tedesca e un europarlamentare indipendente slovacco. Erano tutti stati “segnalati” da Epde.

“L’Italia e altri Stati Ue sottostimano il problema, i loro parlamenti non vigilano”, lamenta Schiffer. “Dovrebbero farlo, perché l’integrità delle nostre istituzioni è minacciata. Dobbiamo proteggerle dall’influenza degli Stati autoritari che organizzano e finanziano la presenza di questi falsi osservatori internazionali”. Lo scopo degli autoritarismi è duplice: “Da un lato si tratta di insabbiare i brogli facendo dire agli osservatori che le elezioni sono state assolutamente regolari e soddisfacendo così esigenze di politica interna”, continua la presidentessa di Epde. “Al contempo si usa il momento delle elezioni per costruire, tramite gli osservatori, una rete di contatti in grado di influenzare il sistema europeo”.

Secondo Schiffer, “queste false osservazioni elettorali costituiscono una porta d’ingresso nella politica di casa nostra”. Contatti che possono iniziare con un basso livello di coinvolgimento, senza alcun passaggio di soldi, solo perché il politico invitato come osservatore elettorale è lusingato per l’attenzione, “magari si sviluppano nel tempo, con l’invito a conferenze, con interviste televisive seguite da contratti media, o con affari di altro tipo”.

Il dito è decisamente puntato contro il regime di Vladimir Putin. “Non mi stupirei se i finanziamenti del Cremlino di cui parla il cablogramma del Segretario di Stato americano Anthony Blinken passassero da contratti commerciali nati in seguito a contatti stabiliti durante false missioni di osservazione elettorale”.

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