video suggerito
video suggerito

Il Renzi bis è servito

Insomma, doveva essere una rivoluzione e invece è il poster del “come eravamo”. Manca lui, Matteo, ma chissà come se la ride di avere le mani libere senza avere mollato nemmeno un poltrona. Avanti così.
A cura di Giulio Cavalli
2.178 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

C'erano pochi passaggi da rispettare per non cadere nell'errore di un governo fotocopia che ricalcasse quello appena caduto con la sola differenza di lasciare Renzi in simulata disparte per riorganizzare se stesso e il partito in vista delle prossime elezioni e il nuovo Presidente del Consiglio è riuscito a sbagliarli quasi tutti. C'è una nota positiva, certo: Denis Verdini rimane smutandato appeso al suo comunicato stampa con cui, nel pieno del colloquio tra Gentiloni e Mattarella, rivendica una poltrona e promette di non votare la fiducia. Roba puzzolente da prima Repubblica come conviene a Verdini e ai suoi: se davvero ci siamo stracciate le vesti per il clientelismo morbido di De Luca durante la campagna referendaria questa uscita di Verdini e i suoi si meriterebbe un conato in pubblica piazza; ma vedrete che anche questa volta Verdini sopravviverà a se stesso trovando il modo per essere spina e poi alleato, calmierato da giusta ricompensa.

Ma alcune poltrone dicono chiaramente che il Renzi bis senza Renzi è pronto per restare comodamente seduto:

Maria Elena Boschi, innanzitutto. Quella che ha dato il nome a una delle riforme più bocciate dagli italiani, colei che è riuscita nell'impresa di compattare un Paese intero contro Matteo Renzi non paga nessun pegno. Tolta, per un'indecente decenza, dal ministero delle riforme viene fatta accomodare al posto di sottosegretario della Presidenza del Consiglio. E fa niente che la Boschi abbia ripetuto in ogni dove che avrebbe smesso di fare politica in caso di sconfitta al referendum (promessa non mantenuta ma è un'abitudine da quelle parti): in un Paese normale la madrina di una riforma così sonoramente bocciata sarebbe stata accompagnata alla porta (l'ha proposto la maggioranza degli italiani, del resto) mentre lei, come i vecchi politici che avrebbero voluto rottamare, rimane attaccata alla poltrona. Così giovane e già così "furba": poi si lamentano di perdere voti, pensa te.

Angelino Alfano. Anche i commentatori più renziani oggi pomeriggio si auguravano che venisse "mandato all'estero piuttosto che agli Esteri" e invece alla fine al Ministero degli Esteri ci finisce per davvero. Con un partito che non esiste più nel Paese reale Alfano continua a mietere ministeri e ruoli di governo. Il ministro meno autorevole degli ultimi governi italiani ci rappresenterà all'estero, forse è giusto così: in fondo è una dichiarazione di resa. E poi ci si lamenta dello scontento popolare, pensa te.

Beatrice Lorenzin: dicono che la Giannini abbia perso il ministero alla scuola per i suoi errori di comunicazione. Giuro. Ci si sarebbe aspettati quindi che la Lorenzin (dopo le figuracce del Family Day e tutto il resto) finisse al coordinamento degli uscieri e invece eccola qui, rediviva e contenta, a prolungare la propria traiettoria di pessimo ministro. Poi magari qualcuno un giorno rifletterà sul fatto che NCD è un buco di partito che per accontentarli nella spartizione si fatica a trovare persone, oltre che gli elettori.

Luca Lotti. Il picchiatore di Renzi ha alzato la voce per rimanere al calduccio e alla fine sono riusciti ad inventarselo addirittura ministro dello sport. Sembra una barzelletta ma è così: chissà come si sentono tenuti in considerazione tutti gli operatori sportivi italiani rappresentati da un "amico di". Puntava ai servizi segreti ed è finito allo sport: vi basta per farvi un'idea della gestione dei meriti e delle competenze?

Insomma, doveva essere una rivoluzione e invece è il poster del "come eravamo". Manca lui, Matteo, ma chissà come se la ride di avere le mani libere senza avere mollato nemmeno un poltrona. Avanti così.

2.178 CONDIVISIONI
Immagine
Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views