Il referendum contro l’autonomia differenziata non si farà, Cdx esulta: “Logica decisione, avanti con riforma”
La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum contro l'autonomia differenziata delle Regioni, che era stato proposto da Cgil, Uil, partiti di opposizione e associazioni civili, a cui si eran aggiunti i consigli regionali di Campania, Sardegna, Toscana, Puglia ed Emilia Romagna. I due quesiti iniziali erano stati unificati in un unico quesito, che chiedeva l'abrogazione del cosiddetto ddl Calderoli, approvato a giugno 2024.
Niente da fare dunque. I giudici hanno sbarrato la strada al referendum sulla riforma voluta dal ministro Calderoli e dalla Lega perché "L'oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari", ha rilevato la Corte, sottolineando che "ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell'elettore".
Il quesito sulla legge Calderoli, sulla quale i giudici costituzionali, nello scorso novembre, avevano dichiarato illegittimi alcuni punti, non passa quindi il vaglio della Corte: "il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull'autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull'articolo 116, terzo comma, della Costituzione; il che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale", fa sapere Palazzo della Consulta. Bisognerà comunque attendere il deposito delle motivazioni della decisione, previsto nei prossimi giorni.
La Consulta ha detto il suo via libera, invece, agli altri 5 referendum: i cittadini, dunque, saranno chiamati alle urne, secondo quanto prevede la legge, in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno, per esprimersi su 4 quesiti in materia di lavoro e sul quesito sulla cittadinanza. Questi 5 quesiti, al contrario di quello sull'autonomia differenziata, "non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l'ordinamento costituzionale esclude il ricorso all'istituto referendario", ha spiegato la Corte.
Intanto gli esponenti del centrodestra, e il Carroccio in particolare, esultano. Secondo il governatore del Veneto Luca Zaia, la Corte costituzionale è stata chiara: "Per la seconda volta, la Corte Costituzionale conferma tutta la propria autorevolezza sulla questione dell'autonomia. La prima volta con la sentenza relativa al ricorso contro la Legge Calderoli, in cui ha analizzato il merito della legge, fornendo alcune indicazioni per apportare correttivi, pur confermandone la piena legittimità. Oggi, con questa nuova sentenza, la Consulta mette fine alla vicenda referendaria con l'assoluta imparzialità che deve esserle propria. Questo pronunciamento contribuisce a chiarire ogni dubbio sul percorso dell'autonomia, che continuerà a svilupparsi nel pieno rispetto della Costituzione, delle indicazioni della Consulta e del principio di unità nazionale, mantenendo al centro i valori di sussidiarietà e solidarietà", ha commentato.
"Questa sentenza – ha aggiunto il governatore – ci consente di lavorare con maggiore serenità e auspico che diventi un'occasione per avviare un dialogo costruttivo e porre fine agli scontri. La Corte, infatti, ha definitivamente chiuso il capitolo delle dispute referendarie, permettendo di guardare al futuro con maggiore fiducia e determinazione. Ora, verso l'autonomia differenziata è necessario premere il piede sull'acceleratore per una stagione di novità ed efficienza per il Paese. Per quanto ci riguarda, come Veneto, il lavoro non è mai smesso nella certezza e la consapevolezza che le nostre aspirazioni erano in piena aderenza con la Carta fondamentale della Repubblica. Ora continueremo con ancora più slancio per questa riforma che sarà utile non a qualche regione ma a tutte. Il Veneto ne è certo ed è pronto a proporsi come modello, sulla scorta delle esperienze e degli studi portati a termine fino ad oggi. Questo è il momento di guardare avanti con maggiore serenità in un percorso fondato sul dialogo".
"Sono molto soddisfatto di questa decisione perché il tentativo portato avanti dai comitati referendari e dai partiti di sinistra di contrapporre il Nord al Sud è stato smontato dalla Corte costituzionale", ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. La Consulta "con una sentenza storica, ha certificato in maniera chiara e netta che l'impostazione della legge Calderoli è coerente e corretta rispetto alle previsioni costituzionali e non vi è bisogno di alcun referendum sul tema", ha aggiunto Fontana.
Ha espresso soddisfazione anche il presidente dei senatori della Lega, Massimiliano Romeo: "La decisione della Consulta che ha sancito l’inammissibilità del referendum abrogativo sull’autonomia conferma che la riforma scritta dal ministro Calderoli è, come sapevamo, coerente e corretta nel rispetto delle previsioni costituzionali. Per cui avanti con l’iter della riforma e con i negoziati con le Regioni che hanno già richiesto le prime materie ‘non Lep’, come la Lombardia. Avanti tutta con l’autonomia!".
"La bocciatura del referendum contro l'autonomia differenziata da parte della Consulta è una vittoria della democrazia e della Costituzione: vengono così smentiti mesi di fake news da parte della sinistra, quella stessa sinistra che aveva prima sostenuto il referendum veneto e poi aveva strumentalizzato i piccoli rilievi avanzati dalla stessa Consulta pochi mesi fa. Il problema è che hanno passato più tempo a urlare e ad attaccare che a presentare un quesito che fosse comprensibile, corretto e ammissibile. Ora possiamo riprendere il cammino dell'autonomia differenziata, nel rispetto della volontà dei cittadini veneti che più di sette anni fa hanno votato in massa l'autonomia regionale", ha dichiarato il coordinatore veneto di Fratelli d'Italia, il senatore Luca De Carlo.
"Lo stop della Consulta ad una proposta di referendum che aveva ‘oggetto e finalità del quesito non chiari', presentato come è evidente solo nel vano tentativo di indebolire maggioranza e il governo, consentirà al Parlamento di rimettersi subito al lavoro – è il commento del vicepremier Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia – Saremo impegnati a scrivere un testo equilibrato, che tenga conto dei rilievi della Corte, a partire da quelli sui servizi minimi essenziali che, come abbiamo sempre detto, devono essere garantiti a tutti i cittadini, ovunque siano nati o si trovino. Forza Italia sarà garante che la legittima richiesta di una maggiore Autonomia da parte delle regioni che hanno un più alto residuo fiscale non si traduca in alcun modo in una penalizzazione delle altre, che devono al contrario essere messe nelle condizioni di aumentare qualità e quantità dei servizi offerti ai cittadini. Siamo fiduciosi di poter approvare una legge che promuova e valorizzi le specificità e le ricchezze dei territori, facendo crescere l'Italia tutta insieme".
Per il responsabile nazionale Enti Locali di Forza Italia, Maurizio Gasparri, è "assolutamente logica la decisione della Corte costituzionale di dichiarare inammissibile il referendum sulle autonomie".
"Avendo la Corte indicato dei punti da correggere della legge, cosa che faremo in Parlamento – ha sottolineato il forzista -, sarebbe stato del tutto illogico sottoporre al referendum un testo che prima deve essere corretto. Pertanto, andiamo avanti con il nostro lavoro di riforme. Noi rinnoviamo l'Italia. Gli altri creano soltanto astio e ostacoli nella vita del Paese. Vinceranno la democrazia e la cultura di governo portati avanti dal centrodestra".
"La Corte Costituzionale, dichiarando inammissibile il referendum sull’Autonomia, perché ‘l’oggetto e la finalità del quesito sono poco chiari’, ha bocciato l’opposizione. D’altra parte, cosa ci si può aspettare da una sinistra incapace anche di scrivere i quesiti da sottoporre ai cittadini per una consultazione popolare? – ha attaccato la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli – Per quanto ci riguarda, noi andiamo avanti con il percorso riformatore, nell’interesse dell’Italia".
Per Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, "La sentenza della Consulta conferma quanto avevamo detto: la legge sull'autonomia differenziata è costituzionale e occorre procedere in Parlamento recependo i rilievi della Corte, in particolare intervenendo sui livelli essenziali di prestazione. Seguiremo quella strada e così un referendum inutile non si farà".
Per il centrosinistra, invece, si tratta di una vittoria a metà, visto il pronunciamento della Consulta di novembre sul ddl Calderoli. La sentenza della Corte aveva ritenuto non fondata la questione di costituzionalità dell'intera legge sull'autonomia differenziata, considerando invece illegittime specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo.
"La legge Calderoli sull'Autonomia differenziata è già stata smantellata nei suoi pilastri portanti e di fatto svuotata dalla stessa Corte costituzionale poche settimane fa. Ora governo e maggioranza sono obbligati o ad abbandonare del tutto il progetto o a confrontarsi con il M5s e le altre opposizioni in Parlamento con una completa riscrittura della disciplina in conformità ai dettami costituzionali", hanno commentato i rappresentanti del M5s nelle commissioni Affari costituzionali della Camera e del Senato Enrica Alifano, Carmela Auriemma, Roberto Cataldi, Alfonso Colucci, Felicia Gaudiano, Alessandra Maiorino e Pasqualino Penza.
"Il progetto che la Lega e tutto il governo Meloni volevano propinare agli italiani avrebbe messo in ginocchio non solo il Sud Italia ma anche tanti territori del Centro e del Nord e quindi, in poco, tempo tutta l'Italia. La Consulta lo ha fatto a pezzi articolo per articolo. La nostra battaglia per difendere e rafforzare la coesione sociale, la qualità dei servizi pubblici essenziali e la loro capillarità va avanti con la determinazione di sempre", hanno affermato i pentastellati.
"Prendiamo atto della decisione della Corte Costituzionale, che ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo sulla legge per l'Autonomia differenziata. Tuttavia, è importante sottolineare che questa stessa legge era già stata demolita dalla Consulta, che ne aveva evidenziato le caratteristiche antidemocratiche e i rischi per la coesione del nostro Paese", si legge in una nota di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, dell’Alleanza Verdi Sinistra.
"Ribadiamo quanto sosteniamo da tempo: l'Autonomia differenziata rappresenta un attacco pericoloso all'unità nazionale e alle fondamenta democratiche della Repubblica. Ed è inutile il tentativo in corso in queste ore da parte di molti esponenti della destra di utilizzare strumentalmente la decisione della Consulta per resuscitare la loro creatura. Valuteremo, insieme al Comitato referendario, le iniziative da adottare per difendere l’unità del Paese messe in discussione dalle riforme di questo governo", hanno scritto.
La deputata di Iv Maria Elena Boschi, ha detto di rispettare la decisione della Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibile il referendum sull'autonomia, ma "quella del Governo è una vittoria di Pirro: la Corte ha già demolito la legge Calderoli, che così come era scritta è inattuabile". In un post su Facebook ha aggiunto: "Qualunque modifica dovrà quindi passare dal parlamento. E lì ci troveranno pronti, senza sconti o passi indietro".