Il reddito di cittadinanza ha aiutato due milioni di famiglie ed è costato quasi 20 miliardi
Due milioni di famiglie aiutate, venti miliardi di spesa. I due dati principali che escono dal report dell'Inps sul reddito di cittadinanza sono questi: il costo delle misura, senz'altro uno dei provvedimenti più onerosi presi negli ultimi anni, ma dall'altro lato il numero, altrettanto elevato, degli italiani sostenuti economicamente. Il paper pubblicato dall'ente previdenziale analizza quello che è successo tra aprile 2019 e dicembre 2021: dall'introduzione del reddito alla fine dello scorso anno. Sono state circa 4,65 milioni le persone aiutate nel complesso, per una spesa di 19,83 miliardi di euro. Si è passati dai 859.486 nuclei dell'aprile 2019 alle 1.375.728 famiglie del dicembre 2021.
Secondo l'Inps, la storia del sostegno al reddito si può spacchettare in tre fasi: all'inizio c'è stata l'adesione di massa, con 859mila nuclei familiari, poi se ne sono aggiunti almeno 250mila ogni semestre, con picchi in corrispondenza dei momenti più critici della pandemia di Covid, e infine c'è stata una diminuzione nella seconda metà del 2021, probabilmente dovuta alla ripresa economica. L'anno in cui si è speso di più per finanziare il reddito di cittadinanza resta comunque il 2021 con 8,79 miliardi, seguito dal 2020 con 7,14 miliardi e dal 2019 con 3,9 miliardi.
Se da un lato l'aiuto a chi ha redditi bassi ha senz'altro funzionato, o quantomeno è arrivato a destinazione, lo stesso non si può dire del collegamento con le politiche attive del lavoro: il 70% di coloro che hanno iniziato a percepire il beneficio tra aprile e giugno del 2019 lo continuava a ricevere anche nell'ultimo semestre del 2021. Insomma, sette su dieci non hanno trovato lavoro. Certo, il dato risente della pandemia di Covid e delle difficoltà del mercato del lavoro, oltre al fatto che – come sappiamo bene – non tutti i percettori di reddito di cittadinanza hanno la possibilità di lavorare. Ci sono molte persone che non possono.