Il racconto di Orrico (M5s) in Aula: “Io vittima di violenza, non bloccate intercettazioni su stalker”

Anna Laura Orrico, deputata del Movimento 5 stelle, in Aula alla Camera ha parlato della sua esperienza di vittima di violenza e di stalking. Orrico ha chiesto al centrodestra di non mettere un limite temporale (45 giorni) alle intercettazioni per i reati di violenza, stalking e revenge porn. Ma la maggioranza non ha fatto passi indietro.
A cura di Luca Pons
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"Io da giovane sono stata vittima di violenza. Ho avuto un fidanzato che non capiva il senso del no". Con queste parole ha iniziato il suo intervento Anna Laura Orrico, deputata del Movimento 5 stelle, parlando del nuovo ddl Intercettazioni che ha l'obiettivo di ridurre il tempo massimo di durata delle intercettazioni: non più di 45 giorni, a meno che non ci siano "elementi specifici e concreti" che permettano di prolungarle.

In particolare, la deputata M5s ha preso la parola quando si discuteva un emendamento dell'opposizione. La proposta era di escludere, da questo limite, una serie di reati del Codice rosso: violenza sessuale, violenza domestica, stalking, revenge porn. Ma il centrodestra si è opposto.

Orrico, chiedendo ai colleghi della maggioranza di cambiare idea, ha raccontato la propria esperienza con un ex fidanzato che la perseguitò: "Quando lo lasciai, iniziò a seguirmi sotto casa, si si faceva trovare dietro gli angoli del mio quartiere".

Allora non c'era la mentalità, ma neanche i mezzi legali necessari, per intervenire: "Vent'anni fa non si parlava di violenza contro le donne. Non c'era nessun meccanismo di prevenzione. Non c'era nessuno strumento per agire, dico la verità".

Orrico ha proseguito: "Io da giovane ne uscii grazie all'aiuto delle amiche, alle quali confessai la difficoltà nella quale mi trovavo. Allora, l'appello che voglio rivolgere a questa Camera è di sostenere questo emendamento". Perché, ha concluso, "oggi gli strumenti ci sono, ma evidentemente non sono sufficienti".

Le intercettazioni "sono tra questi strumenti", ha aggiunto. "Nessuna donna è tutelata finché non è consapevole, finché dall'altra parte le istituzioni non la proteggono", ha detto la deputata. Poi il vicepresidente di turno della Camera Fabio Rampelli (FdI) l'ha interrotta facendole spegnere il microfono, perché aveva superato il tempo a disposizione per l'intervento.

Nonostante questo e molti altri appelli da parte dell'opposizione – soprattutto da parte delle deputate – il centrodestra non ha fatto passi indietro. Prima ha respinto la richiesta di ‘accantonare' l'emendamento, cioè tornare a discuterlo in un altro momento dopo ulteriori confronti. E poi l'ha bocciato definitivamente.

Il ‘no' all'emendamento sui reati contro le donne ha suscitato proteste anche perché, sempre in collegamento con lo stesso ddl, sette deputate del centrodestra hanno presentato un ordine del giorno che chiede al governo di fare la stessa cosa: "Estendere il termine massimo di durata complessiva delle operazioni di intercettazione nelle indagini vertenti sui delitti di violenza sessuale e di violenza di genere, stalking, revenge porn e pedopornografia". Trattandosi di un ordine del giorno, però, non è un atto vincolante, e in ogni caso la modifica andrebbe a slittare in un eventuale provvedimento successivo.

Il ddl Intercettazioni è vicino all'approvazione. Bocciato l'emendamento sui reati contro le donne – insieme a molte altre proposte dell'opposizione – la fine del dibattito alla Camera dovrebbe arrivare la settimana prossima. A quel punto il ddl, già approvato al Senato, diventerà legge.

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