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Elezioni europee 2024

Il programma di Fratelli d’Italia alle elezioni europee 2024: le proposte di Giorgia Meloni

Fratelli d’Italia si presenta alle europee con un programma intitolato “Con Giorgia l’Italia cambia l’Europa”. I temi sono vari: si parla del Covid-19 e della guerra, delle politiche green e dei diritti delle donne. Ecco quali sono i punti principali su cui Meloni e FdI punteranno alle elezioni.
A cura di Luca Pons
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"Con Giorgia l'Italia cambia l'Europa" è il titolo dato al programma di Fratelli d'Italia per le elezioni europee del 2024. L'enfasi è sulla presidente del Consiglio, che non a caso ha insistito con gli elettori perché scrivano il suo nome sulla scheda, anche senza cognome. Più in basso, poi, c'è un secondo titolo che rimanda ai contenuti: "Manifesto per l'Europa dei popoli, della libertà e delle identità". Fratelli d'Italia fa parte del gruppo europeo dei Conservatori, che ha l'intenzione di spostare l'asse politico dell'Unione europea a destra.

I punti toccati nel programma sono molti, dal Covid-19 (con la richiesta di "fare luce sugli errori commessi nella gestione della pandemia" e "garantire giustizia a alle persone che hanno subito danni permanenti dopo la vaccinazione") all'economia (con l'obiettivo di "migliorare il Patto di stabilità e crescita" che il governo Meloni ha sottoscritto solo pochi mesi fa). E ancora, dalla guerra (per una "pace giusta in Ucraina" e "due popoli, due Stati in Medio oriente"), all'energia (puntando sul "nucleare da fusione" per "rendere l'Italia energeticamente sovrana e indipendente").  Ecco alcuni dei temi principali.

Agricoltori, transizione green e clima

Diversi punti nel programma di Fratelli d'Italia strizzano l'occhio alla mondo dell'agricoltura. Dopo le proteste a inizio anno che hanno spinto il governo a tornare sui suoi passi e cancellare un aumento dell'Irpef, gli agricoltori sono tornati con forza una delle categorie a cui il partito di Giorgia Meloni fa più riferimento. Così, nel documento per le europee si denuncia che "gli agricoltori sono stati visti come un ‘problema', in realtà sono una risorsa preziosa per far fronte alla crisi climatica".

Vanno di pari passo le proposte per agevolare gli agricoltori e quelle per allentare le normative sulla transizione green. D'altra parte, si legge, "il Green Deal ha preso di mira il settore agricolo". Così, si chiede di "rivedere la Politica Agricola Comune (Pac) rimuovendo le norme che riducono le superfici coltivabili e il reddito degli agricoltori, innalzando il limite previsto per gli aiuti di Stato e introducendo una moratoria sui debiti", e anche di cambiare la norma sul ripristino della natura per "non penalizzare l’agricoltura e l’allevamento". C'è anche la difesa del settore vinicolo, contro "ogni iniziativa che indichi il solo consumo dei prodotti della filiera come nocivo per la salute". E poi l'ormai nota "battaglia contro la produzione e commercializzazione di carne e cibi sintetici".

Quando si parla più nello specifico delle politiche climatiche, Fratelli d'Italia chiarisce subito che non ci devono essere "approcci ideologici, obiettivi irraggiungibili e oneri sproporzionati per cittadini e imprese", come con le "eco-follie del Green Deal scritto dalla sinistra europea". Così, si vuole "modificare radicalmente la direttiva sulle ‘case green' per tutelare i proprietari di immobili ed efficientare il patrimonio edilizio in modo graduale e sostenibile, prevedendo adeguati incentivi a livello Ue". Ma anche "cancellare il blocco alla produzione di auto a motore endotermico dal 2035″.

Migranti e "confini d'Europa"

La sezione intitolata "proteggere in confini d'Europa" è dedicata a "lotta ai trafficanti di esseri umani e protezione delle frontiere esterne dell’Ue". La questione dei flussi di persone migranti, quindi, è discussa come un problema di protezione dei confini: "Salvare vite è un dovere, così come tutelare chi ha diritto all’asilo, ma il modello voluto dalla sinistra – fatto di accoglienza indiscriminata e redistribuzioni mai attuate – si è rivelato fallimentare", si legge.

Qui i punti sono quelli su cui Giorgia Meloni ha insistito più volte negli ultimi anni: stipulare "accordi di cooperazione con gli Stati terzi per il contrasto all’immigrazione clandestina", come l'Italia ha fatto con Libia e Tunisia, ma anche "rafforzare il controllo delle frontiere dell’Ue". E poi puntare su un "piano Mattei per l'Africa", "contrastare le organizzazioni criminali che gestiscono la tratta di esseri umani".

Il tema poi si allarga, fino a "difendere la libertà religiosa e le minoranze perseguitate nel mondo". Un punto è dedicato a "bloccare i finanziamenti verso le organizzazioni fondamentaliste o volti ad
influenzare le politiche europee". Non è chiaro, qui, a quali organizzazioni si faccia riferimento – anche se viene in mente che l'Italia da tempo ha tagliato i fondi a Unrwa, l'organizzazione delle Nazioni unite che assiste i rifugiati palestinesi.

Donne, natalità e diritti

Altri due temi che si collegano sono quello delle donne e della natalità. Entrambi sono aspetti su cui Giorgia Meloni ha detto di voler puntare. Quando si parla di nascite, l'allarme è chiaro: "La popolazione europea cresce sempre meno mentre l’età media si alza sempre di più". Tra le misure proposte c'è quella di "investire una significativa parte del bilancio europeo per finanziare le politiche di supporto alla famiglia e alla natalità intraprese dagli Stati membri", ma anche di "promuovere una cultura ‘baby friendly' attraverso campagne di comunicazione europee".

Una sezione separata è dedicata alle pari opportunità per le donne. Qui si chiede di "mettere le donne nella condizione di essere libere e autonome nelle loro scelte", anche "per combattere la violenza di genere". Il programma poi continua, sostenendo che "la difesa dei diritti delle donne si basa sulla valorizzazione delle differenze: per questo continueremo a batterci contro le ideologie che vorrebbero negare le identità, come la teoria del gender".

Le proposte in tema di genere sono diverse: una è di cambiare la normativa sulla violenza contro le donne, "inserendo un passaggio esplicito che riconosca lo stupro come reato derivato dall’assenza di consenso"; un'altra è poi di "contrastare il mercato transnazionale dell’utero in affitto, che mortifica la dignità delle donne e tratta i bambini alla stregua di una merce". L'ultimo punto, poi, sembra un riferimento più o meno implicito alle donne di cultura o religione musulmana: "Combattere la violenza di genere sempre, anche quando le donne sono private della propria libertà e dignità a causa della cultura del Paese di origine".

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