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Il progetto di Martina: “Un nuovo soggetto politico, per passare da PD a democratici”

“Le primarie devono essere il primo passo verso un nuovo soggetto politico. Per passare dal Partito democratico ai democratici. Al plurale”. Così l’ex reggente Maurizio Martina anticipa il suo programma nel caso in cui vincesse le primarie per la scelta del nuovo segretario del Partito Democratico.
A cura di Redazione
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Un nuovo soggetto politico, che vada in qualche modo oltre il Partito Democratico per arrivare ai "democratici", al plurale. È questa l'idea che il sesto candidato ufficiale alla carica di segretario del PD e segretario uscente, Maurizio Martina, lancia dalle colonne di Repubblica, con una lunga intervista concessa al taccuino di Goffredo de Marchis. Per l'ex ministro non ci sono alternative: "Le primarie devono essere il primo passo verso un nuovo soggetto politico. Per passare dal Partito democratico ai democratici. Al plurale". Un passaggio necessario per garantire la tenuta della formazione, che si avvia a un congresso che rischia di essere lacerante e improduttivo.

In questa ottica, Martina spiega di essersi candidato per rappresentare la squadra e "uscire dalla logica di un confronto tra renziani e antirenziani, altrimenti diventa una sfida tra tifoserie o peggio tra ultrà". Il senso dell'operazione è quello di "guardare oltre le correnti e non fare un referendum, ripeto, perché sotto sotto aleggiano ipotesi di divisioni radicali". Ma soprattutto quello di "aprirsi alle esperienze di opposizione al di fuori del PD", aggiunge Martina spiegando di non considerare la sua candidatura come la fotocopia di quelle di Zingaretti e Minniti: "Da Torino alle mamme di Lodi, il Pd deve mettersi al servizio di tante energie che cercano un’alternativa alla destra. Come diceva Bobbio: attenti al pericolo di un popolo senza politica e di una politica senza popolo. Noi non bastiamo".

Non manca un passaggio sul ruolo di Matteo Renzi, che ha dichiarato di voler stare a guardare la sfida congressuale ma sta facendo partire i comitati civici sul territorio: "Renzi può contribuire con la sua personalità alla riuscita del congresso. In grande libertà, senza diventare un ossessione per nessuno. I comitati vanno bene se concorrono a unire e allargare…".

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