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Il progetto di Enrico e Angelino: fondare insieme la nuova Dc

Il progetto di Letta e Alfano accelera: scissione in vista anche nel Pd? Intanto domani Berlusconi va alla Camera: da quando è decaduto frequenta le istituzioni come mai in passato.
A cura di Carlo Tarallo
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“Magari!”. Sono bastate sei lettere questa mattina per rispondere a chi, nel cerchio tragico di Silvio Berlusconi, ha posto al leader di Forza Italia la domanda delle domande: “Ma se Alfano va via anche dalla coalizione di centrodestra?”. In realtà, stando a quanto trapela dall’entourage dell’ex premier, lo scambio di insulti delle ultime ore tra Angelino e i più autorevoli esponenti di Forza Italia ha una radice molto più profonda. Lo strappo è ormai insanabile e il leader di Ncd ha in mente un progetto ambizioso: ricreare, insieme a Enrico Letta, una sorta di “Nuova Dc” che abbia la possibilità di presentarsi da sola alle prossime politiche. Ed ecco perché nelle ultime ore il pressing del Nuovo Centro Destra sulle modifiche alla legge elettorale ha cambiato obiettivo: non più abbassare la soglia del 4,5%, sbarramento per i partiti coalizzati, ma quella del 12% per le coalizioni.

QUEL PRANZO DEI LUNGHI COLTELLI DELL’AGOSTO 2013 – Un progetto che nasce da lontano, e che venne a galla per la prima volta lo scorso 24 agosto, quando ad Arcore si consumò il “pranzo della verità” per decidere cosa fare in caso di decadenza di Berlusconi dal Senato. Berlusconi radunò allo stesso tavolo quelli che all’epoca erano i falchi e le colombe del Pdl, per tentare di tenere unito un partito che ormai era già a brandelli. Non a caso, la sera prima, Alfano aveva radunato le “colombe” illustrando loro il piano: creare insieme a Enrico Letta, con la benedizione del Colle, un “quarto polo” neocentrista che facesse da ago della bilancia sempre e comunque in Parlamento, ponendosi come irrinunciabile pilastro di qualunque coalizione di governo, di centrodestra come di centrosinistra.

LA NUOVA DC DI ANGELINO E ENRICO – L’ipotesi, dopo la guerra senza quartiere che si è consumata nelle ultime settimane tra Matteo Renzi e Enrico Letta, è tornata di stretta attualità. Ecco cosa confida a fanpage.it un forzista di primissimo piano: “Se ne parla sempre di più, e del resto mi sembra che tutto vada in questa direzione. Alfano metterà il più possibile i bastoni tra le ruote a Matteo Renzi, inizierà un logoramento terribile sia prima della formazione del governo che dopo, ponendo problemi ogni minuto. Poi, quando Renzi resterà insabbiato, Enrico Letta rispunterà fuori e orchestrerà nel Pd la stessa operazione che Angelino ha portato a termine nel centrodestra”.

SILVIO DOMANI DA MATTEO? – Questo il piano, dunque: ma c’è un ma. Perché possa andare in porto, c’è bisogno che Renzi si “insabbi” il più presto possibile. Ma il neopremier incaricato sembra andare diritto come un treno: tanto per far incavolare ancora di più Alfano, ha ripetuto questa mattina che la riforma elettorale verrà messa subito all’attenzione del Parlamento, mantenendo l’impegno preso direttamente con Berlusconi. Quella legge elettorale che Ncd vede come il fumo negli occhi, soprattutto ora che i ponti con Forza Italia sono (quasi) definitivamente crollati. “Se si approva la legge elettorale si vota” ripetono quelli di Ndc e non solo loro. Mentre su di loro incombe la “profonda sintonia” tra Renzi e Berlusconi, che domani potrebbero incontrarsi di nuovo alla Camera dei Deputati.

IN FORZA ITALIA CRESCE IL PARTITO DELL’APPOGGIO ESTERNO – Mai tanto presente nelle sedi istituzionali come ora che è decaduto, Silvio domani vorrebbe partecipare in prima persona alle consultazioni del premier incaricato: e se gli garantisse qualcosa di più che una “opposizione responsabile”? Qui le posizioni all’interno del partito azzurro divergono. Per Denis Verdini, ringalluzzito dalla scalata dell’ “amico Matteo” e dalla contemporanea caduta verticale di Ncd e delle “sponde di Alfano” in FI, non ci sarebbe nulla di male se gli azzurri appoggiassero il governo di Matteo Renzi su alcuni temi: economia, fisco, lavoro, Europa. Non solo: in questo modo, lo stesso Renzi potrebbe condurre le trattative con Ncd da una posizione di forza.

Il partito di Alfano, infatti, è sospeso a un filo sottilissimo: quello della necessaria anzi indispensabile conferma di tre ministri: lo stesso Angelino, Beatrice Lorenzin e Maurizio Lupi. “Persa per strada” Nunzia De Girolamo e già sacrificato Gaetano Quagliariello, Ncd non può permettersi di perdere un’altra poltrona, il rischio è che saltino i fragilissimi equilibri interni e si vada incontro a una diaspora. Per Alfano, sarebbe la fine…

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