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Il primo ministro Sunak: “Meloni manda migranti in Albania e io in Ruanda, altrimenti saremo travolti”

Rushi Sunak, primo ministro del Regno Unito, ha parlato ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia. Il suo discorso si è incentrato sul tema dei migranti, e ha paragonato l’accordo dell’Italia con l’Albania al piano dei suo governo per inviare chi arriva irregolarmente nel suo Paese in Ruanda.
A cura di Luca Pons
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Rishi Sunak e Giorgia Meloni sono parte della "nuova generazione di leader conservatori" che ha la "responsabilità" di affrontare "il problema dell'immigrazione illegale", anche a costo di "modificare le norme del dopoguerra sul diritto d'asilo". Così ha detto Rishi Sunak, primo ministro conservatore del Regno Unito, intervenendo ad Atreju, la festa di Fratelli d'Italia.

Sunak ha parlato in modo molto amichevole di Meloni: "Giorgia e io siamo gli unici leader di centrodestra nel G7, quindi ci siamo avvicinati l'uno all'altra". Ha poi citato le "stelle polari" di entrambi, i punti di riferimento a cui guardano i due leader. Ha parlato di Roger Scruton, filosofo che Meloni citò nel discorso di insediamento alla Camera, e Margaret Thatcher: "Posso indovinare cosa ha attirato Giorgia a una forte leader donna, che era pronta a sfidare la maggioranza, contrastare un modo di pensare superato e ridare forza al suo Paese".

Margaret Thatcher, ha detto il primo ministro, "non si è mai tirata indietro davanti alle scelte difficili. E oggi questo è necessario per il tema dell’immigrazione illegale. I nostri avversari vorrebbero mettere la testa nella sabbia e sperare che il problema sparisca, ma non lo farà. Basta andare a Lampedusa. La situazione là è insostenibile, ma anche ingiusta e immorale".

Sul tema dell'immigrazione, Sunak ha ribadito molti dei punti su cui la stessa Meloni insiste spesso: "I gruppi criminali troveranno modi sempre più economici per continuare i loro traffici, non gli importa di mettere le vite delle persone a rischio. E i nostri nemici vedranno che non riusciamo a gestire questo aspetto, e useranno sempre di più le migrazioni per destabilizzare le nostre società".

Il rischio se non si affronta il problema, ha detto il capo del governo britannico, è che "i numeri aumenteranno, i nostri Paesi saranno travolti e non potranno più aiutare quelli che ne hanno davvero bisogno". Il costo dell’accoglienza "farà arrabbiare i nostri cittadini, che non capiranno perché i nostri soldi dovrebbero essere spesi per gestire le conseguenze di questi traffici".

Sunak è quindi arrivato al motto più ripetuto: "Siamo noi a decidere chi viene nei nostri Paesi, non gruppi criminali. Dobbiamo avere il controllo dei nostri confini". Poi ha spiegato come ha intenzione di ottenere questo risultato: "Serve un deterrente. Le persone devono sapere che se vengono nei nostri Paesi illegalmente non potranno restare. Questo significa fare le cose diversamente. Sia io che Giorgia siamo preparati a farlo".

In particolare, "Giorgia intende mandare i richiedenti asilo in Albania, e io sto passando una legge per inviare gli immigrati illegali in Ruanda. Vogliamo spezzare il modello di business di questi gruppi criminali. E se questo ci chiede di guidare una conversazione internazionale, sull'opportunità di modificare le norme del dopoguerra sul diritto di asilo, allora dobbiamo farlo". Poi Sunak ha riassunto: "Se non sistemiamo questo problema ora, le barche continueranno ad arrivare. Se le persone sanno che non potranno restare, non verranno".

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