Il presidente della Camera usa la ghigliottina parlamentare sul decreto Rave: testo approvato
La lunghissima discussione sul decreto Rave è finita con la ghigliottina parlamentare. Come ampiamente previsto nelle scorse ore. Le proteste dell'opposizione e l'ostruzionismo dei gruppi parlamentari di Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e alleanza Verdi e Sinistra avevano portato a una nottata di passione, con centinaia di ordini del giorno esaminati – qualche momento di tensione, con insulti e gestacci – e poi l'inizio delle dichiarazioni di voto in mattinata. Già prima di pranzo il presidente della Camera ha minacciato di utilizzare la ghigliottina, qualora i gruppi non avessero trovato un accordo per votare il testo entro oggi.
Il decreto Rave sarebbe scaduto alla mezzanotte di oggi, poiché i tempi tecnici per la conversione erano terminati. La conferenza dei capigruppo convocata dal presidente della Camera alle 14.45 non ha trovato nessun accordo, così Fontana ha applicato la ghigliottina parlamentare: "La presidenza, considerato che tutte le fasi del procedimento si sono svolte e che, nell'ambito delle dichiarazioni finali di voto in corso tutti i gruppi hanno potuto esprimere le loro posizioni – ha detto Fontana – si trova costretta a porre direttamente in votazione finale il disegno di legge di conversione, al fine di assicurare che la deliberazione dell'Assemblea avvenga nei termini costituzionali senza concedere la parola ai deputati che hanno fatto richiesta".
L'unico altro precedente alla Camera era quello della presidenza Boldrini, per le stesse motivazioni. Così Fontana ha posto in votazione il decreto Rave, che è passato con 183 favorevoli, 116 contrari e un astenuto. Perciò il primo provvedimento del governo Meloni – tra i più discussi tra quelli approvati finora, visto che introduce anche una nuova tipologia di reato – è legge. A poco sono valse le vibranti proteste delle opposizioni, né l'ostruzionismo e la nottata di passione alla Camera.