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Il presidente Anpi a Fanpage: “Fratelli d’Italia al governo ci preoccupa, sarà un 25 aprile diverso”

“Un 25 aprile non come sempre, ma più di sempre. Deve essere un giorno straordinario davanti a qualcosa di preoccupante, che viviamo con questo governo”, dice il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, in un’intervista con Fanpage.it, sottolineando che alcuni elementi del fascismo possono sempre tornare.
A cura di Annalisa Girardi
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Non sarà un 25 aprile come tutti gli altri. Lo mette in chiaro il presidente dell'Associazione nazionale partigiani italiani, Gianfranco Pagliarulo, che intervistato da Fanpage,it, sottolinea come "questo sarà un 25 aprile straordinario, perché è la prima volta che nel nostro Paese c'è un governo che ha all'interno forze politiche della destra più radicale che non ha ancora reciso del tutto i legami con il Ventennio e con quella cultura politica". Per l'anniversario della Liberazione, l'Anpi ha lanciato un appello a una grande partecipazione popolare: "Vogliamo che sia una grande festa. Non lo intendo nel senso di pasticcini e spumante, ma come contrappeso al clima cupo, disamorato che è da tempo diffuso nel nostro Paese. Il 25 aprile è anche una grande giornata di lotta sociale, nell'accezione più ampia del termine".

E ancora: "Oggi più che mai il concetto di Liberazione è attuale: liberazione dalla povertà, perché ci sono oltre 5 milioni di poveri assoluti nel nostro Paese; liberazione dal precariato, che si sta sempre più sviluppando nel nostro Paese; liberazione dalla guerra in un momento drammatico per l'Europa. Vogliamo che il 25 aprile sia una giornata di festa e di lotta".

L'Anpi ha invitato le sedi locali a porre una rosa sotto le targhe delle strade intitolate alle partigiane torturate e uccise dai nazi-fascisti. "Ahimé sono state tantissime. Su 19 medaglie d'oro alle donne della Resistenza, 10 sono state date alla memoria. La maggioranza di queste non sono morte in combattimento, ma sono state uccise e torturate dai nazi-fascisti", ha spiegato Pagliarulo.

Pagliarulo: "Sostituzione etnica? Era cavallo di battaglia dei fascisti"

Per poi ribadire: "Un 25 aprile non come sempre, ma più di sempre. Deve essere un giorno straordinario davanti a qualcosa di preoccupante. L'asticella della preoccupazione è aumentata dal giorno in cui si è insediato questo governo. Eravamo preoccupati fin dal primo giorno, ma oggi l'asticella è molto più avanzata". Sono preoccupazioni, che non sono solo legate semplicemente ai trascorsi politici di diversi esponenti della maggioranza, ma anche ad affermazioni e prese di posizione che avvengono tutt'oggi: "Basti pensare alle affermazione del ministro Lollobrigida sulla sostituzione etnica. È una cosa abbastanza grottesca. Tra l'altro sul sito della presidenza del Consiglio sono riportate delle frasi di irrisione e di condanna di questo complottismo della sostituzione etnica. Va ricordato che questo è stato un cavallo di battaglia di alcuni propriamente fascisti, come Forza Nuova. Quindi è inquietante questo ritorno del pregiudizio etnico-razziale".

Il presidente dell'Anpi quindi ha proseguito: È vero che il calo demografico nel nostro Paese è drammatico. Ma dipende dalla povertà, dal precariato, dal lavoro povero. In una situazione di questo genere è ovvio che le coppie prima di fare un figlio ci pensano dieci volte, perché non hanno i mezzi per sostenerlo. Bisogna rimettere al centro della politica la dignità del lavoro, se non vogliamo che ciò che dice la Costituzione rimanga lettera morta. Qui c'è il problema dell'attuazione integrale della Costituzione. Il problema fondamentale nel nostro Paese, secondo noi dell'Anpi, è che vive lo scarto patologico fra il testo Costituzionale e la realtà".

Il revisionismo storico, spiegato dall'Anpi

Alla domanda se ci sia un tentativo di riscrivere la verità storica, da parte di una certa politica, Pagliarulo ha risposto:  "Ne sono assolutamente sicuro, sotto ogni punto di vista. C'è un tentativo di riscrivere la verità storica per ciò che riguarda il Ventennio, ma c'è anche il tentativo anche di riscrivere i venti mesi della Resistenza e la storia degli anni Settanta. La presidente del Consiglio ha chiesto una pacificazione nazionale degli anni Settanta condannando tutte le violenze, ma parla della violenza di cui sono state vittime dei fascisti, come il crimine di Primavalle. Ma in questo disegno di pacificazione non si parla mai di quello che è successo in quegli anni, delle stragi fasciste organizzate da gruppi fascisti con la complicità di forze in parte ancora oscure. In altra parte, per niente oscure, come i cosiddetti servizi segreti deviati, la P2, la Gladio Stay Behind (cioè la Nato), i servizi segreti americani e la CIA. C'è questo grumo di oscurità nella notte della Repubblica che non è ancora stato illuminato".

Il riferimento, ha sottolineato ancora Pagliarulo, è alle stragi di Piazza Fontana, all'attentato alla Questura di Milano, alla strage di piazza della Loggia, quella del treno Italicus, fino a quella della stazione di Bologna.

Si rischia davvero un ritorno al fascismo?

Il presidente dell'Anpi ha recentemente scritto un libro, edito da Mimesis, che si intitolo "Antifascisti adesso, perché non è ancora finita". Secondo alcune forze politiche di destra la preoccupazione che si possa tornare al fascismo è solo una paranoia delle forze avversarie. "Il fascismo storico non tornerà più, proprio perché è storico – ha commentato Pagliarulo – Quella specifica esperienza che è avvenuta nel nostro Paese successivamente, e per molti aspetti in conseguenza, della prima guerra mondiale, in quel determinato contesto storico non si ripeterà mai più perché non ci sono più le condizioni che lo hanno determinato. Non siamo più nel 1919. Detto questo, una serie di contenuti del fascismo certo che possono ritornare. E sono disseminati in Italia e in Europa".

Quindi ha citato una frase di Alberto Olivetti, secondo cui in Italia ci sono degli elementi di "fascismo in sospensione". Per Pagliarulo questi si vedono in particolare in Fratelli d'Italia: "Si vedono dai comportamenti e dalle dichiarazioni di tanti dei loro dirigenti, ma anche dall'attitudine autoritaria di tante scelte politiche. Ad esempio il decreto anti-Rave, il disegno di legge per la cancellazione del reato di tortura, quello che propone di istituire una commissione parlamentare di inchiesta delle violenze negli anni Settanta, nella cui delirante premessa fa solo riferimento a due casi in cui sono rimasti vittime due fascisti. Ancora una volta ignorano le attività e i crimini dei fascisti, molti dei quali usciti dal Movimento sociale in quegli anni, e lo stragismo nero".

Ignazio La Russa e gli anni Settanta

Il presidente dell'Anpi ha quindi proseguito nel racconto di cosa sono stati gli anni Settanta, soffermandosi sulla figura dell'attuale presidente del Senato, Ignazio La Russa, che fu protagonista della vita politica di destra in quegli anni: "Nel 1973 ci fu a Milano ci fu una manifestazione che partì proprio dalla sede dell'Msi, in via Mancini. Due fascisti gettarono una bomba a mano contro un poliziotto che morì. I due furono condannati. Molti di noi hanno visto le foto che ritraggono in testa a questa manifestazione l'attuale presidente del Senato, Ignazio Benito La Russa, e Ciccio Franco, l'ex senatore del Msi che guidò la rivolta di Reggio Calabria e sosteneva che fosse cominciata la rivoluzione nazionale. Quindi ci sono questi elementi di fascismo. Detto questo, dire che Fratelli d'Italia sia tout court un partito fascista secondo me non è vero, perché ci sono tante componenti. Però c'è sicuramente anche questa".

L'obiettivo di Giorgia Meloni, secondo l'Anpi

Pagliarulo ha poi citato un recente sondaggio di Swg secondo cui la metà degli elettori di Fratelli d'Italia si considera in realtà antifascista. "Questo dato colpisce, Meloni deve fare i conti con un elettorato che in parte rilevantissima non coincide con la sua personale biografia politica e con le sue personali predisposizioni culturali e le sue sensibilità. È chiaro che il modello di comportamento è Giorgio Almirante, basta leggere la sua biografia o ascoltare tante cose che dice. Questa è una contraddizione. L'obiettivo di Meloni è quello di dare vita a una grande forza conservatrice europea e italiani, ma la parola conservatore non ha più il significato, come aveva qualche anno fa, di rispettabili tradizionalisti. Tutt'altro: si tratta di un nuovo conservatorismo bellicista, nazionalista, estremista, spesso con punte razziste, spesso oscurantista".

Il presidente dell'Anpi, quindi ha concluso: "A me pare che l'obiettivo a un partito con questa taratura e questo è un grande problema, perché se alle prossime elezioni europee dovesse avere un risultato importante, e se il Partito popolare accettasse di allearvisi, avremmo uno stravolgimento dell'Unione europea in chiave reazionaria. In tutta questa situazione così rischiosa e oscura, l'unica cosa certa è che l'Italia di Meloni è diventata il laboratorio politico dell'estrema destra europea".

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