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Il Ponte sullo Stretto ha avuto il via libera dal ministero dell’Ambiente, cosa succede adesso

La commissione Via-Vas, che valuta l’impatto ambientale delle grandi opere, ha dato l’ok al progetto del ponte sullo Stretto di Messina. Restano però delle “prescrizioni”, cioè delle indicazioni che bisognerà seguire nelle prossime fasi. Ecco quali saranno e quanto manca all’inizio dei lavori.
A cura di Luca Pons
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Il progetto del ponte sullo Stretto di Messina ha ricevuto l'approvazione dalla commissione Via-Vas, del ministero dell'Ambiente, che deve valutare l'impatto ambientale. Era la commissione che, ad aprile, aveva segnalato ben 239 integrazioni necessarie al progetto, portando naturalmente ad allungare i tempi perché c'erano grosse carenze nei documenti inviati fino a quel momento. Ora queste sono state in gran parte superate, anche se restano delle "prescrizioni" nel via libera della commissione: indicazioni che andranno rispettate nella scrittura del progetto esecutivo e poi durante i lavori.

Dopo le richieste del ministero dell'Ambiente era parso evidente che la tabella di marcia ribadita più volte dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini fosse probabilmente irrealizzabile. D'altra parte, le integrazioni richieste non erano semplici imprecisioni burocratiche o formali. Si parlava di verifiche mancanti sull'impatto ambientale dell'opera, di analisi che non avevano tenuto in conto il "contesto sociale ed economico" in cui il ponte veniva costruito, di stime sui costi per il mantenimento dell'opera che non erano ben specificati.

Cosa ha deciso la commissione sull'impatto ambientale del Ponte

Le risposte con le integrazioni necessarie erano arrivate a settembre, e adesso la commissione Via-Vas ha potuto dare il suo parere definitivo. La commissione si è "pronunciata positivamente sulla compatibilità ambientale del progetto", ha fatto sapere il ministero dell'Ambiente. Ma bisognerà rispettare le "condizioni ambientali prescritte", che riguarderanno "perlopiù la fase della presentazione del progetto esecutivo". Queste condizioni non riguardano solamente l'ambiente, ma anche "aspetti relativi a progettazione di dettaglio per le opere a terra, relativi a cantierizzazione, gestione delle materie, approvvigionamenti, rumore e vibrazioni".

Insomma, una grande quantità di aspetti a cui fare attenzione. Non che sia inaspettato, per un progetto così ampio. Ieri intanto il ministro Salvini ha continuato la sua polemica contro le valutazioni ambientali delle grandi opere: "Vediamo se oggi pesciolini, alghe e uccellini permettono all'Italia di fare quello che fanno tutti, cinesi, giapponesi, coreani, americani che fanno ponti in tutto il mondo senza che alghe e pesciolini se ne curino più di tanto".

Domani è in programma una conferenza stampa contro il Ponte, a cui parteciperanno alcuni partiti dell'opposizione (Pd, M5s e Avs) e varie sigle di sindacati e associazioni ambientaliste. È possibile che si tocchi anche il tema del certificato sul rischio sismico mancante, emerso nelle ultime settimane. Su questo punto, Salvini ha commentato oggi a Radio 24, affermando che l'allarme sul rischio sismico è "assolutamente" infondato. "Ci sono ingegneri, geologi, architetti, docenti universitari di mezzo mondo: è chiaro che i tecnici non mettono il ponte in una zona sismica a rischio. Si fa un infrastruttura perché rimanga nei secoli, non per fare il piacere a un politico". Aggiungendo: "Qualora si ripetesse a Messina un terremoto disastroso, i tecnici spiegano che l'unica cosa che rimane in piedi è il ponte".

A che punto è l'iter per la realizzazione del Ponte sullo Stretto

L'iter verso l'inizio dei lavori del ponte sullo Stretto, dunque, muove un passo in avanti. Il progetto deve ancora passare dal Cipess, il comitato interministeriale che si occupa di approvare in ultima istanza i grandi progetti, anche dal punto di vista economico. E la previsione del cronoprogramma è che questo via libera arrivi entro la fine dell'anno, anche se è tutt'altro che sicuro che questo avvenga.

Non è detto neanche che si riesca a partire entro la fine del 2024 con un progetto esecutivo. L'apertura dei cantieri era stata già promessa per questa estate, poi "entro l'anno". A luglio il governo è intervenuto con un decreto per semplificare la parte di progettazione: in sostanza, i lavori potranno partire quando non ci sono i progetti esecutivi per l'intera opera, ma solo per le prime "fasi costruttive". Ma al momento non è detto che la promessa del ministro Salvini di posare la "prima pietra" entro il 2024 venga mantenuta.

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