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Il piano di Piantedosi per proteggere gli agenti indagati: “No a condanne anticipate”

Il governo sta lavorando a un provvedimento per garantire la tutela legale dei membri delle forze dell’ordine indagati per atti commessi in servizio. “Nessuna immunità”, ha assicurato il ministro Piantedosi ma “un sostegno economico alla tutela legale” degli agenti.
A cura di Giulia Casula
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In arrivo nuove tutele per gli agenti indagati. Il governo sta lavorando a un provvedimento per garantire la tutela legale dei membri delle forze dell'ordine indagati per atti commessi in servizio. Non sarà uno "scudo penale", ha assicurato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, spiegando in che cosa consisteranno le misure.

"Nessuna immunità. Ci mancherebbe. È respinta dalle stesse organizzazioni sindacali dei poliziotti", ha detto al Messaggero. L'idea del governo è "quella di ricercare un modo che possa evitare che siano sempre automaticamente esposti a una serie di adempimenti che poi si rivelano pesanti e sproporzionati sul piano economico e professionale, per tempi molto lunghi prima che si accerti la loro innocenza".

Le novità saranno contenute all'interno del ddl Sicurezza. "Con la prossima approvazione del disegno di legge Sicurezza puntiamo esclusivamente al sostegno economico alla tutela legale: in molti casi, sospensioni e spese legali rappresentano una condanna anticipata", ha spiegato Piantedosi, secondo il quale questo sistema non darà il via libera ad abusi. Il sostegno agli agenti indagati "non inciderà minimamente sui processi, ma è giusto che lo Stato anticipi le spese legali di chi svolge un lavoro obbiettivamente più difficile e rischioso", ha proseguito.

Entrando più nel dettaglio, il ministro ha replicato alle osservazioni del capo di Stato maggiore della Difesa Luciano Portolano, che aveva sollecitato una revisione dell'operazione Strade sicure. "I militari dell'esercito impegnati nell'operazione Strade sicure svolgono un ruolo molto importante di concorso al controllo del territorio delle forze di polizia che è apprezzatissimo dai cittadini", ha commentato. "Vanno tenute nella debita considerazione le future esigenze delle forze armate che hanno le loro necessità organizzative. Ma il governo ha già assicurato la copertura finanziaria per il triennio proprio per garantirne la prosecuzione", ha assicurato.

Ancora sul ddl Sicurezza il ministro ha minimizzato le preoccupazioni sulla norma che rafforza i poteri dei Servizi segreti e apre le porte delle università agli 007. "È una norma assai poco rivoluzionaria e men che meno preoccupante se si considera che i servizi – come dappertutto nel mondo – già operano in ogni ambito, compreso quello universitario e della ricerca per esclusivi fini di collaborazioni istituzionali. Credo vi siano altre norme utilissime e importanti del ddl che ne rendono urgente l'approvazione", ha commentato.

Infine, Piantedosi è tornato sul nuovo decreto che ha autorizzato la conversione delle strutture in Albania in centri di permanenza per il rimpatrio. La nuova funzione dei centri albanesi non rappresenterà "nessuno stravolgimento. Abbiamo aggiunto ulteriori possibilità di svolgimento di funzioni già previste e per le quali i centri in Albania sono già attrezzati", ha precisato. "Peraltro, senza che i centri cambino nessun altro aspetto della loro originaria funzionalità che, nei prossimi mesi, è destinata a riprendere a pieno regime", ha concluso.

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