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Il piano dell’Italia sui Balcani: sostenere l’integrazione in Ue per contrastare i flussi migratori

I Balcani sono di importanza strategia per l’Italia. Soprattutto per quanto riguarda il contrasto ai flussi migratori irregolari. Lo hanno detto Antonio Tajani e Giorgia Meloni al summit con sei ministri dell’Europa dell’Est.
A cura di Annalisa Girardi
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Aprire le porte dell'Unione europea ai Balcani. E, in cambio, lavorare insieme per fermare la rotta migratoria da Est. È questo il piano del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che a Roma ha presieduto il summit con gli omologhi di Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia. Presenti anche il commissario europeo per il Vicinato e l'Allargamento Olivér Várhelyi e il ministro degli Esteri svedese, Tobias Billström, in rappresentanza della presidenza di turno in Ue.

"Tutti i Paesi dei Balcani occidentali sono fortemente impegnati nel rinviare gli irregolari nei Paesi dʼorigine – ha detto il titolare della Farnesina in conferenza stampa – Cʼè un comune impegno nel difendere le frontiere esterne e combattere la criminalità responsabile della tratta di esseri umani". La rotta balcanica non preoccupa il governo tanto quanto quella del Mediterraneo centrale, ma è comunque parte della più ampia strategia della maggioranza guidata da Giorgia Meloni per contrastare i flussi migratori illegali.

Del resto, come sta accadendo per gli arrivi via mare, anche per quelli via terra si sta registrando un aumento dei flussi in questi primi mesi dell'anno. Da gennaio hanno attraversato il confine con il Friuli Venezia Giulia oltre duemila persone, più del doppio rispetto all'anno precedente.

"I Balcani occidentali hanno da sempre un’importanza strategica per la nostra nazione e l’obiettivo di questo governo è portare più Italia in questa regione dal punto di vista politico, economico e culturale. Tutto quello che accade al di là dell’Adriatico ha inevitabilmente un riflesso immediato su di noi e l’Italia ha, dunque, una grande responsabilità verso i Balcani", ha commentato da parte sua la presidente del Consiglio, sottolineando che "l'integrazione europea dei Balcani occidentali è un investimento strategico nella sicurezza stessa dell'Europa e nella stabilità dell'area, ancora di più nell'attuale contesto internazionale".

Proprio di questo punto, in riferimento a minacce ibride da Mosca, ha parlato anche Tajani in una lettera aperta al Messaggero. Portare avanti un processo di integrazione europea nei Balcani non è solo di interesse per l'Ue dal punto di vista dei flussi migratori, ma anche per quanto riguarda la sfera di influenza russa. "Sia chiaro: l’Unione Europea non può permettersi di perdere i Balcani Occidentali – ha scritto Tajani – La sicurezza europea (e l’aggressione russa ai danni dell’Ucraina ci ricorda ogni giorno quanto essa sia oggi minacciata) verrebbe seriamente compromessa da questa prospettiva. L’Italia è tra i Paesi maggiormente esposti ai rischi che deriverebbero da un tale scenario, anche sul fronte migratorio".

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