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Il piano delle Sardine dopo la riunione di Roma: “Non faremo una lista civica, né un partito”

A Roma si riuniscono per la prima volta “dal vivo” i coordinatori territoriali del movimento delle Sardine. Per ore i rappresentanti del movimento discutono all’interno dello Spin Time Labs, spazio occupato della capitale. All’uscita poche parole con i cronisti, ma qualcosa trapela: “Non faremo liste civiche o partiti”, almeno per ora.
A cura di Marco Billeci
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Più d’un osservatore in queste giorni ha paragonato la nascita dell’onda delle Sardine agli esordi del M5S. Sicuramente una cosa in comune tra la creatura di Beppe Grillo e le Sardine c’è già. Come dopo le riunioni dei grillini delle origini, anche i referenti territoriali del movimento che ha esordito un mese fa a Bologna lasciano il loro primo “congresso” a Roma con le bocche cucite davanti ai microfoni. “Ci hanno chiesto di non parlare con la stampa, per evitare personalismi”, spiega uno dei partecipanti.

Il vertice a porte chiuse dura oltre cinque ore e coinvolge circa 150 persone. “W le Sardine, abbasso gli sgombri” si legge su uno striscione issato all’ingresso dello Spin Time Labs, palazzo occupato nel centro di Roma che ospita l'iniziativa. La linea è affidata a una dichiarazione letta da quello che viene considerato il frontman del gruppo, Mattia Santori. “Il primo obiettivo di questa riunione è tornare il prima possibile nelle piazze e coinvolgere li territori che non sono ancora stati coinvolti per portare un messaggio alternativo al sovranismo e al populismo”, dice Santori. Nessuna risposta alle domande dei cronisti.

Più tardi, un comunicato stampa definisce con più precisione la strategia delle Sardine. Nel testo si parla di "decine di iniziative" in programma in tutta Italia e in particolare nelle Regioni che andranno alle urne il prossimo 27 gennaio, Emilia Romagna e Calabria. Un'attenzione specifica, si promette, sarà dedicata alle zone periferiche e alle città di provincia "che, spesso perché in difficoltà, si sono rivelate più vulnerabili ai toni populisti". Il comunicato elenca poi alcune iniziative specifiche da realizzare nei prossimi mesi: “Sardina amplifica sardina”, organizzato nel Lazio, per raccogliere i bisogni dei territori; “Tutti sullo stresso treno”, un treno che attraverserà la Liguria fino alla Francia; la “Staffetta delle sardine”, in Sicilia, per raggiungere anche le zone con situazioni critiche e complesse.

A chi aspetta di capire le mosse sullo scacchiere politico, invece, le Sardine chiedono pazienza. "Capiamo l’urgenza di avere risposte – recita il comunicato -, ma ribadiamo che queste possono maturare solo con il tempo, e con la costruzione di un percorso condiviso che continuerà a rafforzarsi nelle prossime settimane". Qualcosa di più trapela dalle poche dichiarazioni dei partecipanti all'incontro. “Abbiamo parlato di come strutturarci al meglio per arginare questo vento fascista. Nessuno ha chiesto di fare un partito o una lista civica per l’Emilia e nessuno si candiderà”, spiega lasciando l’edificio Grazia Desario che arriva da Barletta e milita in “Italia in Comune” di Federico Pizzarotti.

Dal premier Conte però arriva una prima doccia fredda rispetto alla richiesta di abolizione dei decreti sicurezza avanzata dal popolo delle Sardine che ha riempito piazza San Giovanni a Roma. “Non li elimineremo”, replica Conte ribadendo che l’unico intervento previsto sul tema è la modifica dei punti (molto limitati) del decreto sicurezza bis identificati come critici dal presidente della Repubblica Mattarella al momento del varo del testo.

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