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Il piano del governo sui rischi del caldo al lavoro: governo presenta nuovo protocollo ai sindacati

Oggi al ministero del Lavoro è previsto l’incontro con le parti sociali, per presentare il ‘Protocollo per l’adozione di delle misure di contenimento dei rischi lavorativi da esposizione ad alte temperature negli ambienti di lavoro’.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il governo pensa a contromisure per il caldo estremo e incontra oggi le parti sociali al ministero del Lavoro, per presentare un ‘Protocollo per l'adozione di delle misure di contenimento dei rischi lavorativi da esposizione ad alte temperature negli ambienti di lavoro', un documento di 11 pagine messo a punto dai tecnici del ministero della Salute, nella riunione con i rappresentanti dell'Inl, Inps e Inail.

Nel documento vengono affrontati diversi punti: si va dalla valutazione dei rischi e dei fattori di rischio, legati all'età, alla presenza di patologie croniche e alle mansioni, alla sorveglianza sanitaria e alla riorganizzazione dei turni. Nella bozza si legge che il datore di lavoro, sulla base dei rischi, interviene per "eliminare o ridurre l'esposizione diretta dei lavoratori alle alte temperature o percepite tali" pianificando pause o attività in giorni o orari più freschi.

Si parla anche di possibile ricorso al lavoro agile, per quelle prestazioni che possono essere svolte anche da remoto. E, come scrive il Sole24Ore, si parla anche di cassa integrazione per eventi meteo.

L'attenzione è posta non solo sulle attività svolte all'aperto, ma anche su quelle al chiuso, quando non è possibile, scrive il Sole24Ore, "coniugare la produzione con un sistema di aerazione condizionato, per attività che vanno dal cantiere alla macellazione delle carni, dalla panificazione industriale agli altoforni". In questi casi per i lavoratori sono previste pause frequenti, in aeree totalmente ombreggiate o climatizzate.

Cosa dice il protocollo per il caldo e il lavoro

I datori di lavoro "fermo restando l'obbligo di dare completa attuazione alla normativa in tema di salute e sicurezza sul lavoro" (decreto legislativo 81 del 2008), "adottano il protocollo per l'adeguamento degli attuali modelli organizzativi alle esigenze di contenimento dei rischi derivanti dall'esposizione ad alte temperature, nell'ottica di una piena tutela delle condizioni psicofisiche dei lavoratori, nonché per aumentare il livello di consapevolezza, responsabilità riguardo ai rischi delle alte temperature o percepite tali e di compliance normativa".

Tra le indicazioni sulla riorganizzazione dei turni, nella bozza c'è quella di prevedere l'alternanza in modo da minimizzare l'esposizione individuale al caldo o al sole diretto; prevedere interruzioni in casi estremi, quando il rischio di patologie da calore è molto alto, o la variazione dell'inizio dei lavori; evitare che i lavoratori svolgano la propria attività da soli, in modo da assicurare, in caso di necessità, "l'attivazione immediata del soccorso". Quanto alle pause, deve essere assicurata la disponibilità di "aree completamente ombreggiate o climatizzate".
Nell'ambito della sorveglianza sanitaria, si legge ancora nel testo, il medico competente aziendale, "valutando lo stato di salute dei lavoratori, può fornire indicazioni indispensabili per prevenire il rischio da colpo di calore in relazione alle caratteristiche individuali. La presenza di alcune malattie come le cardiopatie, malattie renali, diabete, obesità – viene infatti sottolineato – possono ridurre anche drasticamente la resistenza dell'individuo all'esposizione a calore che contribuisce all'aumento del rischio di aggravamento della malattia di cui si soffre". Di conseguenza i lavoratori con specifiche indicazioni nel giudizio di idoneità "dovranno essere impiegati in attività più leggere e con maggiori pause".

Tra i fattori individuali che aumentano il rischio di effetti negativi sulla salute sono indicati oltre l'età (over 65 anni) e la presenza di patologie croniche, l'assunzione di alcuni farmaci e la gravidanza.

Un capitolo specifico viene dedicato anche all'informazione e alla formazione. L'azienda "forma e informa tutti i lavoratori sui rischi correlati al caldo, sulle misure di prevenzione, sulle procedure da seguire e sui comportamenti adeguati da tenere".
L'informazione deve comprendere raccomandazioni relative agli abiti preferibilmente da indossare e sull'idratazione.

Il datore di lavoro, viene inoltre specificato, "deve consegnare indumenti da lavoro e Dpi (quando previsti) adeguati alle alte temperature". Previsti anche vigilanza e controlli e monitoraggio preventivo delle condizioni meteo.

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