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Il piano del governo per le autostrade e i pedaggi: cosa cambia dal 2025

Con il ddl Concorrenza approvato oggi in Consiglio dei ministri arriva il nuovo modello tariffario per i pedaggi autostradali: ecco cosa c’è nella riforma e cosa cambia dal 2025.
A cura di Annalisa Cangemi
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Oggi il Consiglio dei ministri ha dato l'ok al ddl Concorrenza che contiene anche il tema delle concessioni autostradali. Il Mit in una nota ha fatto sapere che per la prima volta una parte dei pedaggi non entrerà nelle casse di grandi gruppi di concessionari – anche internazionali – ma allo Stato. "L'obiettivo – ha spiegato il vicepremier e ministro Matteo Salvini – è realizzare opere pubbliche e tenere sotto controllo i pedaggi".

Il governo ha messo in campo una riforma ampia per scongiurare i rincari incontrollati dei pedaggi. Il Mit ha fatto sapere che il modello proposto per la riforma delle concessioni autostradali prevede, per le concessioni che scadranno a partire dal 2025, un sistema di regolazione fondato sull'applicazione di un nuovo modello tariffario, già sperimentato in 4 concessioni, che prevede di distinguere la tariffa in tre componenti, di cui le prime due sono di competenza del concessionario ( la componente tariffaria e di gestione e la componente tariffaria di costruzione), e la terza (componente tariffaria per oneri integrativi) di competenza dell'ente concedente, il cosiddetto extragettito, "finalizzata al recupero dei finanziamenti pubblici concessi per la realizzazione del sistema infrastrutturale a pedaggio".

"I proventi derivanti dal cosiddetto extragettito saranno utilizzati per realizzare gli investimenti autostradali, compresa la messa in sicurezza della viabilità locale di adduzione, senza incrementare i pedaggi", si legge nella nota del ministero, diffusa a seguito dell'approvazione del ddl Concorrenza. Per le concessioni in essere restano le regole esistenti con scadenze tassative per la revisione del Piano economico finanziario.

"Gli obiettivi della riforma delle concessioni autostradali, in coerenza con la milestone Pnrr, sono: effettiva concorrenzialità tra gli operatori del settore; controllo dei pedaggi per evitare rincari sregolati (il cosiddetto pedaggio-pazzo); promozione degli investimenti; sostenibilità economica delle concessioni autostradali; potenziamento dei controlli da parte dello Stato sulla gestione delle concessioni", si spiega ancora nella nota.

Il nuovo modello, si aggiunge, "prevede inoltre che le future concessioni non supereranno di regola i 15 anni. Inoltre nei prossimi mesi, fa sapere il dicastero di Porta Pia, "dovrà essere valutata la congruità dei maggiori costi per investimenti presentati dai concessionari e a tal fine si sta valutando l’istituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale".

"Tra le grandi arterie interessate dalla riforma non ci saranno le concessioni regionali, come Pedemontana Veneta: l’auspicio del vicepremier e ministro Matteo Salvini – si legge in conclusione – è che il tema possa essere esaminato e introdotto in Parlamento".

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