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Il piano del governo Meloni sulle tasse per aiutare i redditi alti, nel 2025 Irpef a due aliquote

Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha detto che finora il governo Meloni si è concentrato sui redditi medio-bassi nella sua riforma dell’Irpef, ma dal 2025 intende passare a un sistema a due aliquote per aiutare chi ha un reddito al di sopra dei 50mila euro l’anno. La flat tax, intanto, resta un obiettivo “di legislatura”.
A cura di Luca Pons
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Il governo Meloni nella sua riforma fiscale – con l'Irpef che passerà a tre aliquote nel 2024 – è "partito dalle fasce medio-basse, ma la prossima tappa riguarderà i redditi più elevati". Lo ha detto Maurizio Leo, viceministro all'Economia, in un'intervista al Corriere della Sera.

Discutendo la riforma dell'Irpef già approvata, Leo ha ricordato che i vantaggi (260 euro all'anno risparmiati, per chi ha un reddito tra 28mila e i 50mila euro lordi all'anno) vanno considerati insieme a quelli del taglio del cuneo fiscale. Questa misura permette di mantenere un aumento in busta paga per i redditi fino a 35mila euro annuali, e le aliquote Irpef sono state ridotte "per evitare  effetti distorsivi, cioè che quello che si dà al contribuente in busta paga con la riduzione del cuneo fosse tolto per via della vecchia curva dell’Irpef".

Il taglio del cuneo però resterà in vigore solo nel 2024, poi bisognerà trovare nuovamente i soldi per riconfermarlo (in questa legge di bilancio sono serviti 10 miliardi di euro). Leo ha affermato: "Contiamo molto sulle risorse che verranno dalle varie forme di collaborazione tra fisco e contribuente varate finora, dal concordato preventivo biennale per gli autonomi alla cooperative compliance per le imprese. Inoltre, un aiuto verrà dalla tassazione internazionale con la global minimum tax e, infine, speriamo in una crescita del Pil". Insomma, più soldi dalle tasse e una crescita dell'economia che però probabilmente sarà molto limitata.

A una domanda specifica sulla riforma dell'Irpef, che quest'anno porterà vantaggi solo a chi ha un reddito fino a 50mila euro lordi, il viceministro ha risposto: "Siamo partiti dalle fasce medio-basse, ma la prossima tappa riguarderà proprio i redditi più elevati" perché "certo non si può pensare che chi ha 50mila euro lordi di reddito debba subire una tassazione che, comprendendo anche le addizionali regionali e comunali, va ben oltre il 50%".

Così, Leo ha confermato che il piano per la riforma dell'Irpef prevede di scendere "a due aliquote Irpef", con l'obiettivo di aiutare chi ha un imponibile oltre i 50mila euro. Si parla di una misura che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe arrivare nella legge di bilancio per il 2025. Il problema sarà valutare "le risorse a disposizione", anche considerando che l'esecutivo deve ancora tagliare le deduzioni fiscali su cui aveva detto che sarebbe intervenuto.

Dunque, il prossimo passo è l'Irpef a due aliquote, con fasce e percentuali ancora tutte da stabilire. Il piano sarebbe poi di arrivare alla flat tax, che è un "obiettivo di legislatura", cioè da raggiungere entro il 2027. Si tratta comunque di misure molto costose per lo Stato, e come sempre il governo dovrà fare i conti per capire quanto sia possibile mantenere le sue promesse. Nel frattempo, proseguirà l'attuazione della riforma fiscale: a gennaio è atteso un nuovo decreto sulla riscossione fiscale e che ridurrà anche alcune sanzioni, anche se "ovviamente frodi e truffe non rientrano in questo discorso".

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