Il piano del governo Meloni per fermare la denatalità e aiutare chi fa figli
Un piano per sostenere la natalità e invertire la rotta. Anche perché, come ha ammesso candidamente il ministro Giorgetti qualche giorno fa, con questo tasso di nascite non esiste una riforma delle pensioni che regga. Presto entrerà in difficoltà anche il mercato del lavoro, più di quanto già non lo sia. E il welfare sarà solo un lontano ricordo. Insomma, gli italiani devono fare figli, in primis per ragioni economiche. Il governo Meloni ha individuato la natalità come una priorità, tanto da ricordarlo molto spesso durante gli appuntamenti pubblici e da aumentare l'assegno unico per alcune famiglie già dalla manovra di bilancio dello scorso anno.
Ieri il viceministro all'Economia Leo ha annunciato nuove misure per le famiglie numerose, anche se ancora non è chiaro in che forma arriveranno. Si tratta di nuovi aiuti economici per chi fa almeno tre figli, secondo quando detto dall'esponente del governo, che dovranno essere messi a terra con la manovra di Bilancio. Si tratterebbe di mettere in campo un sostegno per meno di un milione di nuclei, un impegno non troppo oneroso, per ammissione dello stesso Leo.
Tra le altre misure al vaglio del governo c'è anche il quoziente familiare, un metodo che serve a calcolare le imposte considerando il reddito del nucleo e il numero di appartenenti allo stesso, ma anche la possibilità di concedere benefici economici alle aziende che assumono mamme. Intanto la ministra Roccella – intervenuta con una sua proposta un po' particolare, nata dai terribili fatti di cronaca di Palermo – ha assicurato che il governo difenderà l'assegno unico e che intende aumentarlo per fermare l'inverno demografico. Inoltre la ministra della Famiglia ha assicurato che, nella discussione per la prossima manovra, proporrà di aumentare i contributi per il secondo figlio.