Il piano casa del governo per l’edilizia popolare, verso un fondo per la ristrutturazione in manovra
Ristrutturare le case popolari sfitte per poi riassegnarle alle centinaia di migliaia di famiglie in attesa. Nei corridoi del ministero dei Trasporti prende vita una sorta di piano casa, portato avanti da Matteo Salvini in persona, che avrebbe fatto recapitare una richiesta direttamente sulla scrivania del suo vicesegretario di partito, nonché ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. La richiesta è semplice: provare a mettere una toppa all'emergenza abitativa, con un piano rapido e poco costoso. Prima bisogna censire le case popolari sfitte – che potrebbero essere fino al 10% delle circa 800mila totali – poi finanziare la riqualificazione. Peccato che fu proprio il governo gialloverde di Salvini e Giorgetti a cancellare il fondo da 450 milioni l'anno destinato proprio a questo scopo.
Ora il governo, impossibilitato a ricostituire un fondo strutturale e pluriennale, riflette su soluzioni diverse. Secondo quanto riportato da Repubblica, l'idea è aprire dei bandi una tantum, destinati a pubblici e privati, per ristrutturare più case possibile. Le stime di Nomisma e Federcasa, riportate dal quotidiano, dicono che con 300 milioni di euro si possono riqualificare 12mila abitazioni. Quelle da ristrutturare potrebbero essere circa 80mila.
Una volta rinnovati e resi abitabili questi appartamenti, poi, il governo vorrebbe evitare di assegnarli solo ai più poveri, andando a intervenire su quella fascia di popolazione che ha un reddito ed è in grado di pagare un canone d'affitto o un mutuo, ma non riesce a sostenere la spesa – impazzita, soprattutto in certi contesti – dettata dal mercato.
In ogni caso si tratterebbe di una goccia nell'oceano, visto che sono almeno 400mila le famiglie in attesa di un alloggio popolare. Intanto il governo riflette. Riflette soprattutto sui 300 milioni che servirebbero per avviare il piano casa e su dove trovarli.