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Il Pdl cerca volti nuovi e pensa al Grande Fratello (e non è uno scherzo…)

Il popolo della libertà ed il difficile cammino del rinnovamento generazionale: casting, comunicazione e attenzione ai sondaggi. Ma le idee restano poche (e confuse…)
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Popolo-Libert-Alfano

E così, dopo la rapida e per certi versi invisibile formattazione, per il Popolo della Libertà è venuto il momento di ricostruire. O per meglio dire (dopo la batosta alle amministrative) di ripartire dal punto più basso della sua pur breve storia. La novità è che, almeno nelle intenzioni di un (pare) rivitalizzato Angelino Alfano, il rilancio stavolta non passerà da predellini o da annunci a sorpresa, bensì da un "ricambio generazionale" vero e profondo dei quadri dirigenti. Insomma, Alfano sembra voler fare sul serio, reduce dal positivo confronto in quel di Perugia con gli indignados del Pdl. Tuttavia (altrimenti non staremmo parlando del Pdl, né di Alfano) non poteva proprio mancare la trovata, il colpo di genio, la finezza che distingue un'operazione di rinnovamento politico in senso generazionale, dall'ennesima campagna di marketing. Ed è nello specifico l'annuncio di Alfano di "voler girare personalmente l’Italia provincia per provincia, alla ricerca di nuovi talenti tra i giovani del Pdl per rinnovare il partito", con tanto di requisiti rilanciati da un paio di pezzi sul Giornale e su Libero: under 40, bella presenza, gavetta nelle giovanili di partito e "esperienza" con le nuove tecnologie ed i nuovi media.

Dettagli aggiuntivi? Non proprio a quanto sembra. Perché dietro questo orientamento ci sarebbe il lavoro più o meno approfondito delle tanto amate agenzie di marketing e dei sempre rimpianti sondaggisti che avevano fatto la fortuna del grande condottiero, ora forse a riposo, forse pronto al rientro, forse già in campo. Insomma, un bel restyling per scacciare via gli incubi di una lenta liquefazione, immettendo nuove energie in una macchina che però sembra aver fatto il suo tempo. E a dirlo non siamo noi, ma lo stesso Berlusconi che, come riportano fonti parlamentari, si era detto piuttosto scettico sulla possibilità di andare avanti con un partito strutturatosi (seppur recentemente e con tantissime ombre su tesseramenti e quadri dirigenti) in maniera tutto sommato tradizionale. Ed è chiaro che se le strutture restano le stesse, se la modalità di gestione resta quella che conosciamo, se la discussione è ancorata a modelli vecchi e risponde alle "solite" logiche, non sarà la cooptazione di qualche volto nuovo a tirare fuori il Pdl dal pantano. Anche perché resta ineludibile una discussione seria sulla piattaforma programmatica e sulla leadership, in un partito che non si è mai distinto per "dialettica interna". Certo, si dirà, sempre meglio del "modello – Minetti", ma la sensazione è che imbiancare un palazzo a rischio crollo non sia proprio una buona idea…

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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