Il PDL cambia e si “autoelimina” in vista delle amministrative
Il PDL è giunto ad un punto cruciale della sua storia. Le debacle dello scorso anno alle amministrative, la caduta di Berlusconi, lo scandalo delle tessere false e i congressi flop, sono solo alcuni tasselli di un puzzle che nell'ultimo anno ha mostrato un'immagine delle più sgraziate possibili. E' necessario rivedere qualcosa in quello che in un tempo neanche troppo lontano era «il partito degli italiani». L'appuntamento è stasera a Lesmo, nella villa Gernetto, tra i "Big" del Popolo della Libertà. La Russa, Bondi, Cicchitto, Gasparri, Verdini, il segretario Alfano, ma anche il Governatore del Lazio Renata Polverini e il sindaco di Roma Gianni Alemanno, oltre naturalmente a Berlusconi, discuteranno sulle misure da prendere nell'immediato.
Al momento strategie ufficiali non sono ancora state prese, ma secondo quanto riportato da Libero, giornale vicino al Cavaliere, l'idea sarebbe quella di far inserire i candidati del Pdl in delle liste civiche e non col simbolo del Pdl. Del resto, stando agli ultimi sondaggi il partito dell'ex premier è dato appena al 20% dei consensi. A ciò si aggiunga le difficoltà delle direzionali locali nell’individuare nomi di spicco da presentare nelle 5 città considerate strategiche per i futuri assetti politici: Palermo, Genova, Verona, L’Aquila e Lecce.
Non resta dunque che congelare il partito e correre con delle liste civiche, così da muoversi con più facilità e stringere alleanze con diversi partiti lungo tutto lo Stivale. A Nord sarebbe possibile riavvicinarsi alla Lega, la cui «alleanza con Berlusconi è morta e sepolta», come già ha fatto sapere Calderoli. Lega che a sua volta sembra aver non pochi problemi, legati all'ormai logoro rapporto tra maroniani e bossiani. A sud, invece, l'alleato prescelto sarebbe l'Udc. In particolare a Palermo l'ex vice ministro Gianfranco Miccichè, che ha un suo partito, e che è ben collegato con Casini che con il movimento del Presidente della Regione Raffaele Lombardo.
In realtà, già è un po' di tempo che a Silvio quell'espressione Popolo Della Libertà, non va più giù. Negli ultimi tempi si erano fatti anche altri nomi, che forse avrebbero portato solo a risultati ancor più negativi. Meglio stopparsi per un po', ripartire dal locale e poi magari in un futuro ripresentarsi con un nuovo nome, nuove idee, nuove persone. E' ovvio che però una scelta del genere andrà a influire negativamente su chi ora è alla guida del partito. A parte Berlusconi che ha già esplicita che non ci metterà più la faccia, è sul suo "delfino" Alfano che potrebbero ripercuotere le conseguenze più negative di questa scelta. Il rischio è che gli elettori perdano ulteriormente interesse. Per ovviare comunque è nato Political Digital Academy, inziativo che lo stesso Angelino Alfano su Twitter ha definito come «il nuovo quartier generale del partito su internet».