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Il PD vuole che si dimetta Muraro per i rapporti con Buzzi? Allora lasci anche Poletti

Secondo gli esponenti del PD la sindaca di Roma Virginia Raggi dovrebbe “dimettere” l’assessora Muraro per alcune telefonate ricevute da Buzzi (non penalmente rilevanti). E allora mi chiedo: che ce ne facciamo del ministro Poletti che con Buzzi ci cenava allegramente?
A cura di Giulio Cavalli
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Il Pd apre l'asse con Giorgia Meloni: vogliono che si dimetta quanto prima l'assessora all'Ambiente del comune di Roma Paola Muraro colpevole, secondo loro, di avere telefonato (che poi l'ha ricevuta la telefonata, tra l'altro) a Salvatore Buzzi, l'uomo del "mondo di mezzo", l'ingranaggio vitale di quella Mafia Capitale che ha decapitato la Giunta Marino e il PD romano. Anzi, volendo vedere, è lo stesso Salvatore Buzzi (e la sua accolita di mafiosi di mezzo, ex NAR Massimo Carminati incluso) che per anni hanno proliferato grazie al sindaco Alemanno, l'ex compare della Meloni. Guarda un po'.

Del resto sono mesi che dobbiamo sorbirci Matteo Orfini che imperversa in tutte le trasmissione ripetendo come un mantra "il PD non c'entra con Mafia Capitale" (e sotto ci andrebbero le risatine finte, quelle del gag degli anni '70) e allo stesso modo anche l'ex Alleanza Nazionale (oggi persa in qualche decina di rivoli) finge di non saperne. E fa niente se è la stessa procura romana a dirci che il faccendiere Buzzi non è altro che la cristallizzazione di un sistema politico affaristico che a Roma si protrae da decenni. Mafia Capitale, a leggere i giornali di questi giorni, sembra tutta roba del Movimento 5 Stelle e di Virginia Raggi. «Che schifo» urlano tutti. E avanti così.

Per carità, possiamo anche metterci d'accordo che chiunque abbia avuto uno scambio telefonico con Salvatore Buzzi non possa ricoprire un incarico politico: lo decidiamo, lo scriviamo e lo pubblichiamo in Gazzetta Ufficiale. Così vedreste improvvisamente intere sezioni di partito (di tutti i partiti che hanno avuto un ruolo nella Roma dell'ultimo decennio e qualcosa in più) svuotarsi miseramente. Forse davvero se dovessimo trovare un partito "pulito" si rischierebbe di tornare al M5S, per la bile dell'editorialista di turno de l'Unità o di qualche cortile renziano. 

Però allora mi piacerebbe che gli scatenati oppositori della Raggi (Orfini, Esposito e Giacchetti in testa) mi dicano che ne facciamo del ministro Poletti. Quel Poletti che con Buzzi stava accomodato placidamente in un ristorante romano come si usa per le rimpatriate tra vecchi amici. Ecco, mi verrebbe da chiedere ai censori di queste ore: che ce ne facciamo di Poletti? Lo giustiziamo?

Perché c'è un limite alla decenza, davvero: che il PD romano impallini la Raggi no, davvero, non si può sentire.

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