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Il Pd perde i pezzi, Adinolfi riconsegna la tessera: “Cattolici e giovani emarginati”

Acque agitate in casa democratica, con Mario Adinolfi che lascia polemicamente il partito (affidando il suo sfogo ad una lunga lettera): Cattolici marginalizzati, poco coraggio nelle scelte e assenza di rinnovamento generazionale.
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Mario-Adinolfi

"Caro Bersani, ti riconsegno la tessera del pd", comincia in questo modo la lettera con cui il giornalista, blogger, nonché candidato alle primarie del 2007 (per intenderci quelle vinte con ampio margine da Walter Veltroni) Mario Adinolfi annuncia la sua volontà di abbandonare la "militanza politica attiva" tra le fila del Partito Democratico. Una decisione "sofferta", comunicata al segretario del Partito Democratico (tra l'altro proprio alla vigilia del suo compleanno), presa "senza astio, con simpatia e stima per la persona seria che sei, con la convinzione che se domani ci fossero le elezioni sarebbe ancora il Pd il partito che voterei". Ma allo stesso tempo il frutto della volontà di rimarcare la sua distanza dalla linea attuale di un Partito "intriso di conformismo conservatore", incapace di sganciarsi dal legame strettissimo con la CGIL e incapace di evolvere in maniera coerente se non a discapito di una certa area.

Ora il Pd è ritornato ad essere il Pds: i cattolici più impegnati nella fede sono stati marginalizzati e costretti ad andare altrove, stessa sorte per il co-fondatore leader della Margherita, molti dei miei amici provenienti dalla cultura del cattolicesimo democratico hanno smesso di fare politica o sono emigrati altrove.

Allo stesso tempo Adinolfi si limita a registrare con rammarico come "nel Pd una classe dirigente novecentesca (e anche molti dei suoi giovani cooptati) rimastica ricette scritte dalla Cgil a tutela dei già tutelati e marginalizza proposte come quelle di Pietro Ichino e di qualsiasi stretta alle pensioni in essere più ricche", adducendo a testimonianza della sua difficoltà nel continuare a riconoscersi nel Partito, esempi come il no al contributo di solidarietà nel mezzo della discussione sulla manovra finanziaria oppure come la scelta di evitare ogni discussione ulteriore sulla questione morale, provando come nel caso Penati a "far passare l'idea della mela marcia".

Ma è la questione del rinnovamento generazionale il vero punctum dolens, il vero spartiacque fra le iniziali speranze e l'amara constatazione della realtà "fattuale" di un organismo che da un lato è incapace di aprirsi alle migliori energie del Paese e dall'altro non riesce neanche a portare avanti battaglie irrinunciabili:

L'Italia è spaccata in due: da una parte lavoratori tutelati, pensionati e pensionandi. Dall'altra gli under 40. Il Pd non vuole che sia toccato nulla ai primi e dunque, a parte le chiacchiere solidali, non vuol restituire niente ai giovani. Tornerei ad impegnarmi nel Pd solo se vedessi possibile l'alzare la testa dei più giovani, in conflitto con voi anziani dirigenti che ormai non rappresentate più alcuna speranza.

Infine l'affondo conclusivo, contro la classe dirigente attuale del Partito, che rischia di portare su un binario morte quella vera e propria locomotiva nata nel 2007. Ed in tal senso il giudizio di Adinolfi non potrebbe essere più netto nell'individuare la precisa responsabilità nella leadership, tanto che "sosterrei Renzi se si candidasse alle primarie. […] Spero che tu te ne renda conto (rivolto a Bersani, ndr), che tu possa rinunciare dunque all'idea di candidarti premier, lasciando spazio a una nuova generazione di leader democratici non cooptati e aperti, che sul territorio a macchia di leopardo si sta formando".

Insomma, proprio nel momento in cui la parabola del berlusconismo sembra essere giunta ad una (ingloriosa) conclusione, proprio mentre i sondaggi rivelano una tendenza favorevole al centrosinistra, pochi giorni dopo la "schiarita" in tema di alleanze (con una faticosa convergenza con Sel e Idv), arriva l'ennesima doccia gelata per il gruppo dirigente democratico. Già, perchè al di là dell'incidenza e del peso politico (nonchè, nel merito, di alcune scelte programmatiche sulle quali resta più di qualche perplessità) di Adinolfi all'interno delle strutture del partito, i problemi sollevati sembrano condivisi da una parte non trascurabile dell'elettorato e del gruppo dirigente, come non hanno mancato di sottolineare fin da subito esponenti di rilievo come Giuseppe Civati. In particolare, rinnovamento generazionale e ruolo dei cattolici all'interno del partito rappresentano punti sui quali è necessario avviare una seria riflessione che, ci sia consentito aggiungere, però non è riconducibile esclusivamente ad un problema di leadership o di linea, ma investe la prassi politica quotidiana dei democratici.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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