Il Pd non ha votato il finanziamento alla Guardia costiera libica, Palazzotto: “È il primo passo”
Il Partito Democratico non ha votato il rifinanziamento della Guardia costiera libica. Dopo anni di polemiche c'è una piccola svolta, per quanto simbolica. L'ok delle Commissioni Esteri e Difesa della Camera alla delibera sulle missioni internazionali arriva senza i voti dei deputati del Pd – ma anche di Italia Viva e Movimento 5 Stelle – sulla scheda 47, quella che riguarda proprio la Libia. I parlamentari non hanno partecipato al voto. Non è una scelta scontata, visto che negli anni è stato uno dei motivi di frizioni interne ai dem – dai tempi del Memorandum con la Libia del governo Gentiloni – e soprattutto dato che i parlamentari dem che nel tempo hanno chiesto di votare contro il rinnovo della missione sono stati sempre una minoranza.
C'è anche chi ha votato no, però, come i deputati dem Palazzotto e Boldrini e il capogruppo di Leu Fornaro. "Oggi è successa una cosa importante – ha commentato Erasmo Palazzotto – Si tratta di un segnale forte perché, in giorni delicati come questi, il Pd si è di fatto dissociato dall’assumere impegni con la Libia, un Paese da anni nel caos che non rispetta i diritti dei migranti con gravi violazioni documentate dalle tante organizzazioni che operano nel Mediterraneo".
Per il deputato dem si tratta di un primo passo importante: "Da tempo, insieme a diverse colleghe e colleghi, abbiamo costruito un gruppo trasversale di parlamentari che si è opposto con forza alla missione di supporto alla guardia costiera libica e al suo addestramento, perché sostenerla significa supportare un’organizzazione responsabile di crimini atroci commessi su donne, uomini e bambini in fuga dal loro Paese – ha continuato Palazzotto – La strada da fare per cancellare questo modello è ancora lunga. Serve il coraggio di tutelare la vita e la libertà delle persone, di difendere il loro diritto a migrare per potersi lasciare alle spalle ciò da cui fuggono".
Il decreto Missioni – nonostante siano partite di fatto a gennaio 2022 – arriva come ogni anno in Parlamento a luglio. Poi la decisione della capigruppo: si delibera direttamente in Commissione, senza passare dall'Aula. Insomma, la discussione è stata praticamente azzerata. Nel passaggio chiave del testo si legge:
La missione ha l'obiettivo di supportare, in sinergia e raccordo con le rilevanti attività del Ministero della Difesa, le autorità libiche preposte al controllo dei confini marittimi, per renderle progressivamente autonome nella gestione tecnica e operativa dei mezzi di cui sono dotate, ai fini della prevenzione e repressione dei traffici illeciti via mare. In particolare, la missione prevede il mantenimento dell'efficienza degli assetti navali libici, consolidandone le capacità tecnico-operative ai fini del controllo dei confini marittimi.
Da tempo, però, è noto a tutti che il controllo delle frontiere è in mano alla cosiddetta Guardia costiera libica, ovvero milizie che intercettano i migranti in partenza per l'Europa con metodi criminali che violano costantemente i diritti umani e li portano nei lager libici.