Il Pd e la proposta fotocopia sul salario minimo: così le opposizioni si dividono anche quando sono d’accordo
Sul salario minimo Movimento Cinque Stelle e Partito democratico sono dalla stessa parte. Almeno in teoria. Entrambi vogliono che anche l'Italia, come già fanno tanti Paesi europei, introduca una soglia minima di paga oraria, per combattere il lavoro povero. Ma approvare il salario minimo, con Giorgia Meloni e la maggioranza nettamente contrarie, è difficile. A maggior ragione se manca poi nei fatti un fronte comune tra M5s e Pd, che invece discutono su chi può intestarsi la proprietà intellettuale delle proposta.
In Parlamento infatti ci sono due diverse proposte di legge in materia. Una del M5s, appunto, a prima firma di Giuseppe Conte, e un'altra del Pd targata Andrea Orlando. I Cinque Stelle, che sono stati i primi a presentare la proposta alla Camera lo scorso 13 ottobre, ora fanno notare che il Pd ha fatto copia e incolla del loro testo. Per depositarlo poi a Montecitorio il 24 ottobre, appena dieci giorni dopo.
Cosa dicono le due proposte di legge sul salario minimo
In particolare, il plagio riguarderebbe in particolare la parte delle definizioni, contenuta in entrambe le proposte di legge nell'articolo due. Nel disegno di legge del M5s, si legge:
Per « retribuzione complessiva sufficiente e proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato » si intende il trattamento economico complessivo, non inferiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale in vigore per il settore in cui opera l’impresa, stipulato dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, il cui ambito di applicazione sia maggiormente connesso e obiettivamente vicino in senso qualitativo all’attività effettivamente esercitata dal datore di lavoro. Il trattamento economico minimo orario come definito dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) non può comunque essere inferiore a 9 euro lordi.
Invece, quello del Pd afferma:
Per « retribuzione complessiva proporzionata e sufficiente » si intende il complessivo trattamento economico corrisposto ai lavoratori, che deve comunque essere non inferiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro stipulato dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l’attività prevalentemente svolta dal datore di lavoro.
Gubitosa a Fanpage: "Dialoghiamo con tutti, ma non faremo accordi a ribasso"
Insomma, alla Camera ci sono due iniziative simili, ma l'intesa delle due parti non è assicurata. "Sono dieci anni che combattiamo la battaglia per il salario minimo legale, non per piantare una bandierina ma per dare all’Italia una misura che già esiste in quasi tutta Europa e che, laddove è stata introdotta, ha prodotto benefici ai lavoratori e all’economia", ha detto a Fanpage.it il vicepresidente M5s, Michele Gubitosa.
Aprendo poi al dialogo: "Noi vogliamo dialogare con tutti, comprese le forze di maggioranza. Nonostante il premier Meloni continui a definirlo ‘uno specchietto per le allodole’, da un recente sondaggio è emerso che il 63% degli elettori di FdI è favorevole al salario minimo". Gubitosa per mette in chiaro: "Su una cosa però vogliamo essere chiari: non siamo disponibili a fare accordi al ribasso".
La nota di Orlando che spiega la proposta Pd
Pubblichiamo di seguito integralmente una nota da Andrea Orlando in cui si specifica il contenuto della sua proposta di legge. Si precisa anche che la proposta è stata presentata da Orlando come primo atto da deputato solo il 24 ottobre in quanto è rimasto in carica come ministro fino al giuramento del nuovo governo, avvenuto due giorni prima.
La proposta di legge di Orlando su salario minimo (presentata alla Camera il 24 ottobre scorso), stabilisce che sia la contrattazione collettiva fatta dalle organizzazioni comparativamente maggiormente rappresentative (quindi escludendo i contratti pirata) a fissare il salario minimo per ogni settore, o con accordo interconfederale in caso di mancanza di accordi di settore; in ogni caso la proposta Orlando prevede che in nessun settore il trattamento economico possa essere inferiore a 9,50 euro l'ora. Prevede inoltre all'articolo 3, per favorire un rapido rinnovo dei contratti collettivi, che per sostenere i salari a fronte dell'aumento dei prezzi e dell'inflazione l'accesso ai benefìci economici e normativi stabiliti dalla legge nonché l'applicazione delle pertinenti disposizioni del codice dei contratti pubblici sono limitati ai datori di lavoro che applicano contratti collettivi di lavoro che siano stati rinnovati entro dodici mesi dalla scadenza prevista e sono condizionati all'applicazione di un trattamento economico non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi nazionali stipulati dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, anche qui per contrastare il fenomeno dei contratti pirata. Inoltre la proposta, per incoraggiare i rinnovi contrattuali, prevede che ci sia una incremento automatico sulla base della variazione dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato per i Paesi dell’Unione europea fino al rinnovo del contratto e in ogni caso non oltre dodici mesi.