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Il Parlamento in cui manca pure il coraggio di far rispettare la legge

Ma si può avere il timore di applicare la legge? Si può sacrificare il rispetto di una sentenza definitiva a causa del timore reverenziale nei confronti di una persona sola? Certo che si può, nelle meravigliose stanze del Parlamento italiano.
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Ci sono cose che vanno dette con chiarezza e magari anche brevemente: la decisione della Giunta sul regolamento per votare in modo palese sulla decadenza di Berlusconi è una forzatura non necessaria. Una forzatura perché è innegabile che la prassi parlamentare sia tutt'altra, per voti che riguardano le persona. Non necessaria perché tutto sommato si tratta di fare la cosa più semplice del mondo: applicare la legge. Questo balletto, insomma, testimonia quanto in basso si possa scendere e quanto ancora siamo costretti a piegarci alla soggezione nei confronti di un uomo che ci ha tenuto in scacco per venti lunghissimi anni (e che, obiettivamente, avrebbe dovuto dimettersi un minuto dopo la condanna). E le domande sono sempre le stesse.

È mai possibile che in questo Paese gli eletti del popolo abbiano così tanta paura di far rispettare la legge? È mai possibile che pur di scongiurare tranelli e insidie l'opposizione sia costretta a chiedere di conoscere il volto di chi vota per la salvezza di Silvio? È mai possibile che dopo 3 mesi dalla condanna ancora non si riesca ad avere una data precisa entro la quale sarà applicata una legge peraltro votata dallo stesso condannato? È mai possibile che sul rispetto di una legge e su una questione del genere ci sia chi ancora non abbia il coraggio di metterci la faccia? E di converso, è mai possibile che un partito abbia così poca fiducia nei suoi parlamentari da essere costretto a cambiare il regolamento pur di avere il controllo sul loro voto ed evitare imboscate? E infine, è mai possibile sottoporci a questo strazio ogni volta che si parli di Silvio Berlusconi?

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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