Ci sono cose che vanno dette con chiarezza e magari anche brevemente: la decisione della Giunta sul regolamento per votare in modo palese sulla decadenza di Berlusconi è una forzatura non necessaria. Una forzatura perché è innegabile che la prassi parlamentare sia tutt'altra, per voti che riguardano le persona. Non necessaria perché tutto sommato si tratta di fare la cosa più semplice del mondo: applicare la legge. Questo balletto, insomma, testimonia quanto in basso si possa scendere e quanto ancora siamo costretti a piegarci alla soggezione nei confronti di un uomo che ci ha tenuto in scacco per venti lunghissimi anni (e che, obiettivamente, avrebbe dovuto dimettersi un minuto dopo la condanna). E le domande sono sempre le stesse.
È mai possibile che in questo Paese gli eletti del popolo abbiano così tanta paura di far rispettare la legge? È mai possibile che pur di scongiurare tranelli e insidie l'opposizione sia costretta a chiedere di conoscere il volto di chi vota per la salvezza di Silvio? È mai possibile che dopo 3 mesi dalla condanna ancora non si riesca ad avere una data precisa entro la quale sarà applicata una legge peraltro votata dallo stesso condannato? È mai possibile che sul rispetto di una legge e su una questione del genere ci sia chi ancora non abbia il coraggio di metterci la faccia? E di converso, è mai possibile che un partito abbia così poca fiducia nei suoi parlamentari da essere costretto a cambiare il regolamento pur di avere il controllo sul loro voto ed evitare imboscate? E infine, è mai possibile sottoporci a questo strazio ogni volta che si parli di Silvio Berlusconi?