video suggerito
video suggerito

Il Parlamento delle porte girevoli: 502 cambi di gruppo (e la legislatura ancora non è finita)

Ci sono parlamentari che hanno cambiato tre, quattro volte il proprio gruppo di appartenenza: un dato incredibile, a legislatura ancora non completata.
A cura di Redazione
825 CONDIVISIONI
Immagine

Da un certo punto di vista, questa sarà la legislatura dei record. Come riporta Openpolis, infatti, da inizio legislatura ci sono stati ben 502 cambi di gruppo, con 324 parlamentari che hanno cambiato la propria appartenenza dalla loro elezione, nel febbraio del 2013. Si tratta di una cifra per certi versi incredibile, dal momento che oltre un terzo degli eletti non siede più tra i banchi del partito per cui era stato eletto dai cittadini.

Una pratica certamente legale e “garantita” dalla Costituzione, che non prevede il vincolo di mandato per i parlamentari, ma che che presenta oggettivamente delle criticità. Soprattutto se si confrontano i numeri di questa legislatura con il passato:

I cambi di gruppo nella XVII legislatura (governi Letta, Renzi e Gentiloni) sono quasi il doppio rispetto a quelli della XVI. Dal 2008 al 2013 (durante i governi Berlusconi e Monti) si erano “fermati” a 261 (165 alla camera e 96 al senato), circa 4,5 al mese. In totale furono coinvolti 180 parlamentari, 120 deputati e 60 senatori.

Su tale risultato incide l’estrema frammentarietà dello scenario politico italiano, con scissioni e costituzione di nuovi soggetti. Ma c’è anche un aspetto non secondario, su cui pone l’accento il report di Openpolis:

Nella XVII legislatura, come abbiamo già avuto modo di raccontare, è diventata molto comune la creazione di gruppi multi-partitici: componenti politiche che si uniscono per raggiungere la soglia minima di membri necessari per creare un gruppo. Il problema è che la creazione di componenti politiche da regolamento è contemplata solo nel gruppo Misto, dove ogni membro deve specificare di quale fa parte. Negli altri gruppi, non essendo previste, è diventata prassi aggiungere il nome dei diversi movimenti al nome del gruppo. Attualmente però è impossibile tracciare chi fa parte di quale componente. All’interno di Sinistra italiana – Sinistra ecologia e libertà – Possibile (Si-Sel-Pos), per esempio, formalmente non è dovuto sapere chi fa parte di cosa.

Come conseguenza, in Parlamento proliferano “sigle, movimenti e componenti spesso poco conosciuti, che non hanno sempre rilevanza nazionale, che non hanno partecipato alle ultime politiche e che in alcuni casi non parteciperanno neanche alle prossime”.

825 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views