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Il paradosso del contrasto alla dispersione scolastica: più soldi dove c’è meno bisogno

Polemica per la ripartizione dei fondi per il contrasto alla dispersione scolastica: più risorse alle Regioni che hanno meno problemi. I renziani attaccano, il ministero prova a difendersi.
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Solo qualche mese fa un focus del ministero dell'Istruzione, spiegava come "la dispersione scolastica, con la prematura uscita degli studenti dal sistema scolastico, è un fenomeno che, se non efficacemente contrastato, potrebbe avere, nel medio-lungo periodo, conseguenze nello sviluppo del sistema Paese determinando un impoverimento del capitale umano". L'approfondimento evidenziava come l'Italia nella graduatoria dei ventisette Paesi UE occupasse ancora una posizione di ritardo, collocandosi nella quart’ultima posizione, subito dopo il Portogallo, con un tasso del 17,6%. La parte più interessante però riguardava la situazione a livello regionale che, accanto all'eccellenza del Molise (con un valore dell'indicatore pari al 9,9%), spiegava come "il fenomeno dell’abbandono scolastico continua a interessare in misura più sostenuta il Mezzogiorno, con punte del 25,8% in Sardegna, del 25% in Sicilia e del 21,8% in Campania".

Stando alla lettura dell'anagrafe Nazionale degli studenti, infatti, il "rischio di abbandono è prevalentemente diffuso nelle aree del Mezzogiorno, in cui sono maggiormente diffuse situazioni di disagio economico e sociale"; anche se bisogna tener conto del fatto che anche in "regioni caratterizzate da un mercato del lavoro ad ingresso più facile e in cerca di mano d’opera anche meno qualificata, una larga parte della popolazione giovanile, con scarso rendimento scolastico, trova allettante la prospettiva di rinunciare alla conclusione del proprio percorso di studi per entrare prematuramente nel mondo del lavoro". Insomma, da tali analisi sembra evidente come il fenomeno dell'abbandono scolastico richieda risposte specifiche e ben indirizzate, proprio perché fattori diversi richiedono risposte diverse e, a seconda della "portata" è necessario impostare provvedimenti di diverso impatto.

Peccato però che il criterio scelto per la ripartizione dei 15 milioni di euro stanziati col decreto-scuola per il contrasto alla dispersione scolastica vada in tutt'altra direzione. Seguendo, sostanzialmente il rapporto numerico fra fondi assegnati e numero di studenti. Un controsenso evidenziato peraltro proprio da esponenti del Pd, partito di maggioranza relativa in Parlamento e principale azionista del Governo (oltre che partito che esprime lo stesso ministro dell'Istruzione): "Per contrastare la dispersione scolastica, il ministero assegna più fondi alla Lombardia, dove il fenomeno è meno grave, che alla Campania, regione con una vera emergenza in corso. Alla Lombardia, per esempio, dove la dispersione tocca il 15,34 per cento, il decreto assegna 2,2 milioni di euro, mentre alla Campania, dove il fenomeno sfiora il 22 per cento, ne dà 1,8. Com'è possibile? La ripartizione dei fondi è stata effettuata non tenendo conto delle cifre della dispersione, ma in base al numero di alunni iscritti in ogni singola regione. Così la Sicilia, che ha più alunni del Lazio e una dispersione di 10 punti più alta – 25 contro 13 per cento – riceve 1,56 milioni contro il milione e 361 mila della regione Lazio".

Il ministero, per bocca del sottosegretario Rossi – Doria, prova a rispondere, spiegando che "la dispersione scolastica è questione nazionale e i dati ci dicono che anche nelle periferie urbane del centro-nord gli abbandoni hanno raggiunto e superato i livelli di guardia. Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, inoltre, hanno avuto 50 milioni di fondi europei per il biennio in corso e stanno lavorando già per battere la dispersione". Ma le perplessità restano tutte.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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