La foto che vi proponiamo è destinata a passare alla storia. Si tratta di Vito Crimi, capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle, mentre compra un pacchetto di caramelle prima di salire sul pullman che lo condurrà all'incontro con Beppe Grillo. Non faremo della dietrologia o del retroscenismo sul gusto delle caramelle (il cui pagamento è certificato da regolare scontrino), ma diciamo solo che si tratta del dato politico più rilevante dell'intera giornata odierna.
Già, perché quello che sta succedendo in queste ore è difficilmente comprensibile. Una cosa del genere, del resto, non si era praticamente mai vista: un corteo di auto di giornalisti e fotografi a pedinare pullman pieni di parlamentari della Repubblica diretti dal capo politico di un partito che ha ottenuto il 25% dei consensi alle politiche. Oltre 100 rappresentanti (non portavoce, perché, almeno fino a che la Costituzione conterà qualcosa, gli eletti al Parlamento non sono "portavoce" dei propri elettori, ma "rappresentanti" di tutto il popolo italiano) costretti alla consegna del silenzio. Si badi bene, non su scelte o iniziative di vitale importanza per il futuro del Paese. Ma sul luogo dell'incontro con il loro capo politico, entità diventata quasi "mitica" dall'alto della sua infallibilità, certificata, prima che dalle parole del capogruppo al Senato Vito Crimi, dal modo in cui un centinaia di migliaia di militanti recepiscono i suoi post – comunicati politici (ne abbiamo parlato più dettagliatamente qui).
Obiettivamente, al di là di ogni valutazione di merito, una scenetta imbarazzante. Perché passi la questione del "gossip" (tra l'altro alimentato proprio dal modo in cui i 5 Stelle hanno scelto di impostare il loro rapporto con i giornalisti, un circolo vizioso dal quale sarà difficile uscire, anche per "colpa" di una certa stampa), passi fino ad un certo punto l'idea che un politico possa "scegliere" con quale organo di stampa parlare, passi anche il controsenso evidente per il quale "rifiutandosi di andare in tv, sono sempre in tv", passi la supponenza ed il qualunquismo con cui i 5 Stelle si rapportano ai media (che certamente non sono esenti da colpe), passi anche il giochetto delle dichiarazioni – smentite – precisazioni cui fin da subito ci hanno abituato, ma questo teatrino è davvero imbarazzante e mortificante. La colpa è anche dei giornalisti, sia chiaro. Ma le responsabilità della politica sono enormi.
Perché mentre loro giocano a nascondino, c'è un Paese che attende delle risposte. E sarà anche retorico, ma sarebbe ora che qualcuno, magari proprio Grillo, dicesse chiaro: "Basta giochini, basta tatticismi, c'è un Paese da salvare".