Il nuovo vicecapogruppo Pd dice che sulle armi a Kiev si può cambiare idea, Schlein: “Linea è chiara”
Fa subito discutere uno dei quattro nuovi vicecapogruppo del Pd alla Camera, Paolo Ciani, esponente di Demos – quindi esterno al Partito democratico – che oggi è stato nominato per il ruolo che prima occupava Piero De Luca, figlio di Vincenzo De Luca. Alla polemica interna scatenata dallo stesso De Luca contro Elly Schlein si è aggiunta poi un'intervista rilasciata da Ciani a Repubblica.
Qui, il nuovo vice di Chiara Braga a Montecitorio ha fatto soprattutto due affermazioni controverse: la prima, "Demos è un partito a tutti gli effetti, e non mi iscrivo al Pd", perché "sono convinto che il centrosinistra debba avere un'area plurale". La seconda, più pesante, che "dopo un anno e mezzo di guerra si può anche cambiare parere sull'invio di armi all'Ucraina".
Le parole di Ciani: "Sulle armi all'Ucraina il Pd può cambiare idea, dopo un anno e mezzo"
Ciani è stato l'unico del gruppo dem che, a gennaio, ha votato contro il decreto Ucraina che confermava l'invio di armamenti a Kiev. Questa posizione non è cambiata: "Ho votato contro perché non credo nella vittoria militare, cioè armare l'Ucraina perché possa vincere. Il tema è come aiutare Kiev a superare questa guerra", ha spiegato.
"Nel nostro popolo questa discussione c'è, è un fronte molto più ampio di come è rappresentato in Parlamento. Il Pd la scorsa legislatura ha fatto una scelta legittima, dopo una novità sconvolgente e mentre sosteneva un governo di unità nazionale, ma ora dopo un anno e mezzo di guerra il partito può evolvere in nuove posizioni".
Sulle armi all'Ucraina, il Pd ha sempre votato per l'invio ma in alcune occasioni ha mantenuto una posizione meno lineare. Da una parte, molti esponenti del partito si sono schierati completamente a favore del sostegno militare a Kiev. Dall'altra, componenti interni vicini al mondo pacifista, gli alleati più a sinistra e anche il Movimento 5 stelle hanno chiesto al Pd di tenere una linea più anti-militarista. Sotto la nuova segretaria, Elly Schlein, l'approccio finora è stato: sosteniamo l'Ucraina in ogni modo, anche militarmente, ma "senza rinunciare alla nostra convinzione che le armi non risolvono i conflitti", come diceva la mozione di Schlein per la candidatura alla segreteria.
Il chiarimento di Schlein: "Parla a nome di Demos, la linea del Pd è chiara e resta"
Ciani ha risposto direttamente alla polemica nata dalle sue parole: "Sottolineano la mia indipendenza. È vero, non sono iscritto al Pd. Ma se mi sono convintamente candidato con la lista Pd-Idp è perché credo che sia possibile in questo Gruppo portare avanti molte delle mie convinzioni per la giustizia sociale e la pace. Le mie parole, quindi, non volevano essere una presa di distanza, ma miravano a sottolineare come alcune mie posizioni non impegnano certo né il Gruppo né il partito. Come è sempre stato per gli eletti indipendenti della sinistra, possono coesistere su alcune specifiche questioni punti di vista diversi senza che questi costituiscano profonde fratture".
A quel punto, anche la stessa Schlein ha risposto sul punto a chi le chiedeva un commento: "Mi sembra che lo stesso Ciani abbia chiarito le sue affermazioni. Affermazioni che ha fatto non come Pd, ma a nome del suo partito Demos, che ha corso con il Pd alle politiche. Quindi mi sembra che abbia già risposto Ciani. La linea del Pd è ben chiara ed è quella".
L'intervento non ha comunque evitato le critiche della maggioranza. Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, ha dichiarato: "Patetico il tentativo del segretario Schlein di salvarsi in corner. La Schlein non trova di meglio che affermare ‘la linea del Pd è chiara'. Di certo la chiarezza c'è solo per lei".