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Come il Movimento 5 Stelle vuole trasformare l’Enac in un ente economico

Un emendamento al dl Agosto presentato da tre senatori del Movimento 5 Stelle trasformerebbe l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, in un ente pubblico economico. Una trasformazione che, secondo i sindacati, rischierebbe di far perdere l’imparzialità a quella che viene considerata un’autorità di controllo e vigilanza.
A cura di Stefano Rizzuti
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Un emendamento al decreto Agosto presentato dal Movimento 5 Stelle punta a rendere l’Enac un ente pubblico economico (Epe). L’Enac è l’Ente nazionale per l’aviazione civile, l’autorità di regolamentazione tecnica, di certificazione e vigilanza nel settore dell’aviazione civile. L’emendamento che farebbe diventare l’autorità un ente pubblico economico è stato sottoscritto da tre senatori del M5s: Agostino Santillo, Giulia Lupo e Sergio Puglia. L’Enac è stato istituito nel 1997 e lavora sotto il controllo del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: è un organo di vigilanza e di controllo che si occupa anche degli aeroporti italiani e del loro personale. Ha sede a Roma ma ha rappresentanze nei maggiori scali italiani.

Cos’è un ente pubblico economico (Epe)

La definizione di ente pubblico economico, da un punto di vista giuridico, prevede che si possa svolgere un’attività economica, ovvero esercitare un’impresa commerciale operando in regime di diritto privato. Si tratta di uno strumento a disposizione dello Stato per entrare nel sistema economico. L’ente in questi casi è in concorrenza con le imprese private, ma non avrebbe comunque fini di lucro. Quantomeno non è necessario, quindi non c’è necessità che i ricavi superino le spese: viene richiesta solo l’economicità della gestione, ovvero che i costi vengano coperti con i ricavi. Il controllo dello Stato solitamente si esercita attraverso la nomina del presidente e di altri dirigenti.

L’emendamento del M5s sull’Enac

L’emendamento in questione è il numero 87.1, presentato al Senato da Santillo, Lupo e Puglia. Il testo prevede che “al fine di migliorare i saldi di finanza pubblica e di razionalizzare e potenziare le attività volte a garantire lo sviluppo del settore del trasporto aereo nel rispetto dei livelli di sicurezza stabiliti dalle norme internazionali che regolamentano il settore, l'Ente nazionale dell'aviazione civile (Enac) è trasformato a decorrere dal 1º gennaio 2021 in ente pubblico economico”. Si ribadisce che l’Enac è dotato “di autonomia regolamentare, organizzativa, patrimoniale contabile e finanziaria ed è sottoposto all'indirizzo, vigilanza e controllo del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti”.

Secondo l’emendamento “la trasformazione in ente pubblico economico non determina la decadenza degli organi in carica alla data di entrata in vigore della presente disposizione”. Inoltre viene previsto che “la dotazione organica”, ovvero il personale, dell’ente sia “in misura non superiore a 1.172”. Entro 30 giorni dall’entrata in vigore della disposizione l’Enac può quindi avviare le “apposite selezioni pubbliche per titoli ed esami” per assumere il nuovo personale. Nella relazione tecnica si sottolinea che oggi i dipendenti sono 794, che diventerebbero 1.172: per le assunzioni servirebbero circa 25 milioni, da reperire attraverso “le risorse finanziarie dell’Ente disponibili a legislazione vigente e nel rispetto degli equilibri di bilancio”. Inoltre, il personale dell’Enac entro sei mesi dalla trasformazione “può optare per la permanenza alle dipendenze di pubbliche amministrazioni ed è collocato in mobilità”.

Fp-Cgil protesta: Enac perderebbe imparzialità

La Fp-Cgil, attraverso il suo coordinamento nazionale dell’Enac, protesta contro questo emendamento ricordando come oggi l’ente non sia economico e come si voglia realizzare un progetto “vecchio, portato avanti con pervicacia da alcuni anni dai vertici dell’ente, osteggiato dalle lavoratrici e i lavoratori dell’ente”. Il timore è che l’ente  venga "a perdere quelle caratteristiche di imparzialità, trasparenza e terzietà rispetto ai soggetti economici del settore”.

Il sindacato lamenta ancora: “Non si comprende come un’amministrazione che ha per compito istituzionale la produzione normativa, la certificazione e la sorveglianza degli attori economici del settore possa essere posta fuori dalla pubblica amministrazione e trasformata in soggetto economico, che dovrebbe iscriversi al registro delle imprese e competere in non si sa bene quale mercato”. Due sono i punti critici espressi: da una parte la difficoltà di esercitare un’attività di sorveglianza dopo la trasformazione in ente pubblico economico, dall’altra la competizione che avverrebbe in un mercato non definibile, considerando la natura dell’autorità. Fp-Cgil, inoltre, sottolinea un altri aspetto più politico: l’emendamento è nato su volontà dell’amministrazione dell’ente ed è stato “poi adottato e fortemente voluto dalla ministra delle infrastrutture e dei Trasporti”, Paola De Micheli.

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