Il Movimento 5 Stelle vuole portare l’ambasciatore russo (ed Elon Musk) in audizione al Senato

Con una scelta destinata a suscitare polemiche, il Movimento 5 Stelle ha chiesto l'audizione dell'ambasciatore russo in Italia Alexey Paramonov, davanti alle commissioni Esteri e Affari europei del Senato. L'ambito è quello dell'approfondimento sulle ingerenze straniere nei processi democratici degli Stati membri dell’Unione europea e nei Paesi candidati a entrarvi. Ed è motivata dai pentastellati con la necessità di ascoltare tutti i soggetti dotati di capacità di condizionamento sull'Europa.
La richiesta però non può essere considerata al pari di qualsiasi altra, non fosse altro perché dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina i rapporti istituzionali del nostro Paese con il Cremlino sono stati quasi azzerati. Mentre adesso, se la proposta del partito di Giuseppe Conte si concretizzasse, l'uomo di Putin in Italia varcherebbe le porte delle aule parlamentari e parlerebbe di fronte ai senatori.
Il rischio di una passerella per la Russia
Questa prospettiva ha già suscitato malumori a palazzo Madama e rischia di creare nuove tensioni tra i 5 Stelle e una parte del Partito Democratico. Nell'ala riformista dei dem, infatti, c'è chi sostiene che in questo modo i pentastellati stiano offrendo un palcoscenico di primo livello a Paramonov, per diffondere le idee della propaganda russa.
E si fa notare che solo pochi giorni fa, collegato con la manifestazione M5S a Roma contro il piano di riarmo europeo, l'economista Jeffrey Sachs aveva spronato i 5 Stelle a promuovere il dialogo con la Russia, al punto da chiedere a Conte di invitare Putin a Roma, tra gli applausi della folla.
Commentando la notizia pubblicata da Fanpage.it, il senatore del Pd Filippo Sensi ha scritto su X: "penso che chi rappresenta la Russia di Putin possa essere ascoltato da un tribunale internazionale, non certo dal Senato della Repubblica. E a chi vuole ascoltare le parole dell’ambasciatore ne rivolgo due, chiare: #slavaukraini"
La replica del Movimento
Lato 5 Stelle si sottolinea come la richiesta di ascoltare l'ambasciatore russo non ha trovato opposizioni nell'ufficio di presidenza delle commissioni competenti del Senato, riunito l'8 aprile per stilare il calendario delle prossime audizioni sul tema delle ingerenze straniere in Europa. Fino a oggi, davanti ai senatori sono sfilati attivisti e accademici. Ora però dal Movimento si chiede un "salto di qualità" nell'approfondimento della questione.
Spiega a Fanpage.it il capogruppo M5S in Commissione Affari Ue Pietro Lorefice: "Il nostro obiettivo è raccogliere in maniera plurale e non preconcetta i punti di vista dei principali soggetti, statuali e non, maggiormente informati su questo fenomeno in quanto notoriamente dotati di capacità di condizionamento". Oltre all'ambasciatore russo, infatti, i pentastellati hanno chiesto di ascoltare anche quelli statunitense, cinese, israeliano, iraniano, britannico, indiano e saudita.
La "ciliegina sulla torta" che vorrebbe il partito di Conte è l‘audizione di Elon Musk, proprietario del social network X e membro dell'amministrazione Trump. Un ventaglio così vario di interlocutori dimostrerebbe – secondo i 5 Stelle – che non c'è la volontà di offrire passerelle, ma semmai quella di dare la possibilità ai senatori di mettere alla berlina gli auditi. Ma dal lato opposto rimangono i dubbi sull'opportunità coinvolgere la Russia in una discussione parlamentare di questo tipo.
Sempre dalle fila dell'ala riformista del Pd, la deputata Lia Quartapelle ha rilanciato l'indiscrezione pubblicata da Fanpage.it commentando: "C’è chi chiede all’oste se il vino è buono. E poi c’è il M5S. Che non è fatto di sprovveduti. Una richiesta che va presa per quello che è: un modo per legittimare chi vuole distorcere la nostra democrazia. È una richiesta che dice molto della “cultura democratica” di chi la fa". Mentre per il senatore di Azione Marco Lombardo: "Chiedere che l’ambasciatore russo venga in Commissione al Senato per (ammettere) le interferenze straniere (russe) è come pretendere che un imputato vada in tribunale per riconoscere i propri reati. A meno che il M5S non voglia prendere le difese della Russia e non dell’UE".
I senatori M5s della commissione Politiche Ue hanno commentato: "Qualcuno vorrebbe creare una polemica surreale e assolutamente strumentale. Si punta il dito sulla nostra richiesta di audire anche l'ambasciatore russo, de-contestualizzandola da un'iniziativa ben più ampia che riguarda anche gli ambasciatori di Stati Uniti, Regno Unito, Israele, Iran, India, Cina e Arabia Saudita, oltre a Musk, che sono semplicemente tutti gli attori che hanno qualcosa da dire in proposito". La nota prosegue: "Senza nemmeno riflettere sul fatto che avere l'ambasciatore russo in Parlamento può essere l'occasione per fargli domande anche scomode. Ci stupisce anzi che non sia stato Sensi a chiedere l'audizione dell'ambasciatore russo. Ma capiamo che il senatore dem sia ancora disorientato e scosso da centomila persone che hanno urlato contro le sue posizioni guerrafondaie".