Il Movimento 5 Stelle diventa sempre più partito: il documento di sintesi dopo gli Stati generali
Il Movimento 5 Stelle si rinnova. E diventa sempre più un partito a tutti gli effetti, almeno dal punto di vista strutturale. Dopo gli Stati generali è stato redatto un documento di sintesiche contiene i punti principali a cui i pentastellati dovranno attenersi in futuro. Si parte dall’istituzione di organi collegiali a tutti i livelli, nazionale e locali. Con un’organizzazione territoriale sempre più forte e un organo collegiale nazionale che funzionerà un po’ come una segreteria di partito. Ancora, i 5 Stelle dicono sì agli accordi con altre forze politiche, sia prima delle elezioni che dopo il voto. E, infine, anche la carriera politica interna al Movimento 5 Stelle sembra somigliare sempre più alla gavetta che si fa in tanti altri partiti, iniziando come consiglieri comunali per poi essere ‘promossi’ a candidature nazionali o europee.
Crimi presenta il documento di sintesi
Ad annunciare la pubblicazione del documento di sintesi, emerso dopo gli Stati generali, è il reggente Vito Crimi in un post sul blog delle stelle: “Il Movimento ha la necessità di dotarsi di un’organizzazione e di regole all’altezza di questo ruolo”, afferma. Spiegando che i contenuti elaborati sono “il frutto del lavoro svolto nel corso degli Stati generali a partire dalle riunioni territoriali fino all’evento nazionale”. I singoli punti di ogni tematica verranno sottoposti, “per parti superate, al voto dell’assemblea degli iscritti” sulla piattaforma Rousseau.
Il documento di sintesi degli Stati generali del M5s
Il documento di sintesi riporta le proposte principali emerse dagli Stati generali, soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione e la struttura del Movimento 5 Stelle.
I principi e i valori
Il primo punto riguarda la necessità di redarre una Carta dei valori, non suscettibile di revisioni. Inoltre si prevede di istituire organi collegiali in tutte le strutture, sia nazionali che locali. Rimane un punto fermo, invece, il principio della democrazia diretta.
L’organizzazione territoriale e la governance nazionale
Il Movimento punta a potenziare la struttura dei referenti territoriali a livello regionale, con l’ulteriore possibilità di riconoscere dei gruppi di interessi, come per esempio quelli giovanili. Si prevedono a livello locale, inoltre, incontri plenari, singoli regolamenti (locali e nazionali) e uno sviluppo tematico e organizzativo degli stessi. Per quanto riguarda la governance nazionale, si passa dal capo politico a un organo collegiale, rappresentativo di tutti i livelli istituzionali, territoriali, anagrafici e di genere.
Il finanziamento e gli organi di garanzia
Si punta a una gestione centralizzata dei fondi, individuando anche nuove forme di finanziamento. Per quanto riguarda gli organi di garanzia, si prevede la possibilità di aumentare il numero dei componenti, con la possibile istituzione anche di collegi dei probiviri a livello regionale (con il collegio nazionale che funzionerebbe come grado di appello). Per la democrazia diretta, si punta a incentivarla attraverso una piattaforma tecnologica a supporto dell’azione politica: serve, però, un apposito contratto di servizio o un accordo di partnership.
Le candidature e gli accordi con altri partiti
Il M5s punta a una revisione dei meccanismi di merito nella selezione dei candidati. Rimane il limite dei due mandati (non per chi viene eletto in municipi o comuni), ma l’obiettivo è quello di valorizzare nelle cariche regionali, nazionali ed europee chi ha già avuto mandati da consigliere comunale. Per quanto riguarda gli accordi con le altre forze politiche, “in via eccezionale” possono essere autorizzati prima o dopo le votazioni specifici accordi con altre forze, dando priorità alle liste civile. L’autorizzazione, però, deve arrivare sempre dagli organi nazionali.