Il Movimento 5 Stelle chiede agli iscritti se prendere o no il finanziamento del 2×1000
È una svolta epocale, in ogni caso. Il Movimento 5 Stelle si trova diviso tra la linea di Giuseppe Conte e quella delle origini, rappresentata alla perfezione da Alessandro Di Battista (che però del partito non fa più parte). I soldi pubblici sono la pietra dello scandalo, o almeno l'apertura della nuova dirigenza grillina che vorrebbe accedervi per diversi motivi. Per fare politica i soldi servono, è sostanzialmente la linea di Conte e i suoi, che va in completa contraddizione con il Movimento originario e con la battaglia fatta nel 2013. Insomma, da mezzogiorno di oggi a mezzogiorno di domani, su SkyVote (e non più su Rousseau, ma non è una novità) gli iscritti possono votare in modo favorevole o contrario alla proposta di "iscrizione al registro nazionale D.L. 149/2013, ai fini sia dell’accesso al finanziamento del 2×1000 che al finanziamento privato in regime fiscale agevolato".
Il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha pubblicato un lungo post su Facebook in concomitanza con l'apertura delle urne virtuali: "Oggi ci sono due importanti votazioni sulla piattaforma – ha spiegato – La prima è una ricorrenza ormai tradizionale per il MoVimento 5 Stelle, dobbiamo decidere sulla restituzione di parte degli stipendi dei nostri parlamentari alla collettività". Di questi quattro milioni bisogna decidere cosa farne, o meglio a quali enti e associazioni benefiche destinarli. Poi Conte ha sottolineato: "L’altra odierna votazione riguarda un tema che è emerso con insistenza nel corso degli Stati Generali dello scorso anno e che mi è stato a più riprese e da più parti sollevato, la possibilità per il MoVimento di accedere al 2×1000".
È lo stesso ex presidente del Consiglio a spiegare l'importanza, secondo la sua linea, di quel contributo: "Questa votazione è l’approdo di un percorso iniziato dalla richiesta di molti attivisti che, faticosamente e quotidianamente, si adoperano sui territori per fare quella politica sana, ma anche spesso dispendiosa, che necessita però di un sostegno economico per poter essere continua ed efficace – ha aggiunto – Affrontiamo questo passaggio in maniera serena, valutando liberamente e scegliendo consapevolmente. Se prevarranno i sì, ogni contribuente potrà decidere di destinare, per sua libera scelta, il 2×1000 al Movimento; nel caso in cui prevarrà il no, non cambierà nulla". E ancora: "Posso anticiparVi che se prevarrà un voto favorevole, mi impegnerò personalmente per garantire che queste somme siano destinate a favorire l’azione politica sui territori e l'elaborazione di nuovi progetti a beneficio delle comunità locali e nazionali – ha concluso Conte – Nel caso in cui prevarrà un voto contrario, state certi che continueremo a fare quel che abbiamo sempre fatto e lo faremo con l'autofinanziamento e le micro-donazioni".
A interpretare i pensieri e le riflessioni di tutti i 5 Stelle duri e puri è ancora una volta Alessandro Di Battista, che ormai è fuori dal Movimento ma continua ad essere punto di riferimento per tanti pentastellati delle origini: "Il Movimento, nel 2013, rifiutò 43 milioni di euro di finanziamento pubblico ed era un bel Movimento – ha scritto il giornalista romano pochi giorni fa – Il Movimento votò contro la legge del governo Letta che istituiva il 2×1000 ai partiti sostenendo che fosse un finanziamento pubblico mascherato (sempre soldi pubblici sono) ed era un bel Movimento". Insomma, per Di Battista il concetto è chiaro: se il nuovo Movimento 5 Stelle dovesse decidere per il sì al 2×1000 prenderebbe "una strada che un tempo non avrebbe imboccato nemmeno sotto tortura".